La Corte dei Conti ha da pochi giorni licenziato il regolamento che disciplina il nuovo modello di società tra professionisti (Regolamento in materia di società per l’esercizio di attività professionali regolamentate nel sistema ordinistico). Ultimo atto sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e poi le Stp, sui blocchi di partenza da oltre un anno, partiranno.
A più riprese abbiamo affrontato in precedenti post di questo Blog come la professione forense (e non solo) stia attraversando una profonda fase di cambiamento su più fronti: mentalità, rapporto con la clientela, competitività, comunicazione, nuove tecnologie e, non da ultimo, organizzazione.
Sotto quest’ultimo aspetto da più parti si sottolinea come le c.d. boutique del diritto, e più in generale gli studi organizzati secondo la tradizionale impostazione accentrata sulla figura del titolare e generalisti nella tipologia di offerta professionale alla clientela stia pian piano per essere superata a favore di organizzazioni di studio più articolate. Ciò vale in particolare per le grandi città dove l’offerta professionale è decisamente ampia e competitiva.
Stp e associazione tra professionisti rappresentano le due forme organizzative oggi possibili per esercitare una professione resa sempre più difficile. In particolare, il target di clientela medio-alto richiede oggi consulenza sempre più specializzata, mirata e con tempistiche veloci. Se poi si considerano i clienti aziende con mire espansionistiche internazionali, le competenze specialistiche diventano essenziali, nonchè la conoscenza delle lingue e di un network internazionale con cui interagire. Est europeo, Brasile, India, Cina, Sud Africa sono le nuove frontiere anche per gli studi legali, dunque.
Studi organizzati in forma associata o stp cominciano ad assumere dimensioni e dinamiche interne di tipo imprenditorial-aziendale e la cultura della managerialità e della leadership devono opportunamente accompagnare il loro sviluppo. L’avvocato, il commercialista, il consulente del lavoro, il notaio, accanto all’attività professionale dovranno dedicare dunque del tempo alla gestione e organizzazione delle attività e dei collaboratori. Un tema centrale riguarderà la definizione dello stile dello studio professionale, della vision e dei valori che guideranno le scelte. Il professionista diventa anche manager, leader e non solo dominus o titolare. Più facile a dirsi che a farsi, potranno pensare in molti. E così è in effetti, in quanto tale cultura manca nel background del professionista abituato ad agire in prima persona e ad ottenere in prima persona i risultati professionali. Lo scenario che invece si presenta davanti è di tipo manageriale, appunto, dove i risultati si raggiungono in team, col team e attraverso il team. Ma perchè ciò avvenga è indispensabile che il professionista dedichi tempo e dia valore a questi aspetti e diventi un leader-coach del suo team, orientato ai risultati e non più alle procedure, dove senso di squadra, delega, feedback, riunioni e cura della propria squadra diventino parte quotidiana della professione.
Ebbene sì, è ora di partire anche su queste nuove competenze che faranno la differenza in futuro tra professioni old style e professionisti new style.