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Cosa succederà nei prossimi dieci anni nel mondo delle professioni è ciò che tutti provano ad immaginare. Molti, per come vanno veloci i tempi, si accontenterebbero di sapere cosa accadrà da qui al prossimo anno. E non parliamo qui della riforma delle professioni, né tantomeno di quella forense che interesserà il mondo dell’avvocatura. La domanda è più ampia, investe i costumi, la mentalità, l’organizzazione, la gestione e le competenze con cui l’essere un libero professionista dovrà fare i conti. Avvocati, commercialisti, notai, consulenti del lavoro, architetti, ingegneri, medici, nessuno può chiamarsi fuori da questo salto epocale.

Come un giocatore di scacchi che cerca di immaginare la prossima mossa, così ciascuno cerca di “vedere” quale sarà lo scenario futuro in cui si troverà ad operare, così da predisporre la strategia opportuna, la contromossa per continuare a veleggiare sicuro in questo mare dalle tinte se non fosche, sicuramente poco chiare.

L’impulsività non paga, questo lo sa bene chi gioca a scacchi. E neppure l’approssimazione è un valido alleato. Riflettere è saggio, ma stare troppo a lungo fermi ci fa rischiare di essere travolti da chi nei cambiamenti è più veloce.

Quando ciò che si para dinanzi è decisamente imprevedibile alla nostra esperienza ecco che l’ansia fa capolino nelle nostre menti. L’ansia, quella sensazione di inquietudine verso l’ignoto con cui non si sa come rapportarsi e se saremo in grado oppure no.

È come se il giocatore di scacchi entrasse in ansia per l’ipotetica mossa futura dell’avversario a cui non sa se sarà all’altezza di dare una degna risposta. E invece no. Il vero giocatore valuta, calibra, pondera le possibili mosse future e la sua mente è come un mirino che cerca di mettere a segno ogni soluzione in risposta al “se” che si agita nelle mosse altrui.

Il giocatore del libero professionista, che siede dall’altro lato della scacchiera, è il futuro. Le sue mosse sono tanto imprevedibili quanto più staremo aggrappati ad uno schema di gioco obsoleto, ad una scacchiera traslucida, su cui le partite non si giocano più da tempo.

Il cambiamento è il nuovo scenario, la scacchiera su cui ci tocca giocare le nuove partite. Possiamo lamentarci con torre e alfiere tra le dita, continuare a dire che quella vecchia era migliore, che si è sempre giocato così; oppure possiamo restare concentrati sul nuovo, che come ogni presente prende forma man mano che il passato indietreggia.

Cominciamo dunque a porci qualche domanda, partendo dal fatto che insieme alla scacchiera anche le regole del gioco potrebbero essere cambiate e potremmo non conoscerle fino in fondo. Grave gap per essere efficaci nel gioco. Il rischio è di diventare dispersivi, inopportuni, inefficaci appunto. Continuare a giocare con le vecchie regole non è una buona idea. Giochereste mai ad un gioco di società senza sapere come si gioca? E giochereste non per vincere, ma solo per sopravvivere fino alla fine? No di certo. Questo è quello che oggi molti professionisti fanno, l’atteggiamento con cui operano: sopravvivere.

Possiamo affrontare le onde resistendo e saremo travolti; oppure passarci dentro, lasciarci attraversare e saremo di là in un attimo.

E dunque sarà utile chiedersi, per esempio, che ruolo hanno i social nella nostra attività? Che ruolo ha Internet nello sviluppo del nostro business professionale? Come può oggi il sito di studio esserci utile? Come possiamo fidelizzare i clienti? Possiamo gestire in modo più efficace il nostro tempo? Sappiamo comunicare con i nostri collaboratori? È utile oggi saperlo fare più di un tempo? Sfruttiamo al meglio le occasioni di public speaking? Sappiamo comunicare in modo opportuno le nostre competenze professionali? Potremmo continuare a lungo.

Coraggio, curiosità, ottimismo, passione, tenacia saranno le vele di chi prenderà il largo in questi nuovi mari, per nulla peggiori o migliori dei precedenti, semplicemente diversi.

L’importante è l’atteggiamento, l’approccio mentale a questo nuovo viaggio professionale e, per usare le parole di Thomas Dewar “Le menti sono come i paracadute, funzionano solo quando sono aperte”. Apriamole dunque perché funzionino al meglio e a nostro vantaggio.

Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.