La supply chain, la catena dei fornitori, comprende naturalmente anche i fornitori di servizi professionali. Per le aziende, come abbiamo già avuto modo di affrontare in precedenti articoli di questo blog, il tema della sostenibilità è diventato centrale e anche le pmi italiane, e non solo le multinazionali, sono oggi coinvolte in progetti ESG volti a trasformare le stesse da performanti ad ecologicamente performanti. Gli studi professionali che vogliono rimanere competitivi ed entrare nella supply chain dei fornitori devono necessariamente compiere questa transizione culturale; sempre di più, infatti, le aziende certificate in tema di sostenibilità potranno scegliere solo tra fornitori di servizi professionali a loro volta certificati sulla sostenibilità.
ESG
Il tema della sostenibilità e dei suoi trend nel mondo del business e nel mercato professionale è stato più volte affrontato in questo blog, dove abbiamo cercato di fornire un quadro aggiornato dello stato dell’arte. Environmental Social e Governance (Ambiente, Sociale e Gestione manageriale) sono i pilastri della sostenibilità, intesa sia dal punto di vista green, quindi dell’impatto ambientale, sia dal punto di vista sociale e organizzativo a più ampio raggio. Esistono protocolli, certificazioni e best practice in tema di ESG per aziende e studi professionali e, come la norma sulla 231, la sostenibilità sta diventando un pilastro per gli stakeholder del mondo business.
VALORI, STILE E COMPETITIVITÀ
La sostenibilità, in particolare in ambito green e social, è diventata per le Law Firm internazionali e sempre di più anche per gli studi professionali tradizionali un segno di differenziazione e un fattore di competizione. Essere sostenibili a livello ambientale vuol dire portare lo studio ad un impatto 0 nella propria attività mediante innumerevoli provvedimenti di natura virtuosa: dalla scelta di materiali e comportamenti, fino a protocolli di sostegno all’ambiente. Le iniziative rivolte all’ambito social sono altrettanto virtuose e spaziano dalla tutela della gender equality, al sostegno ai giovani, al sostegno alla maternità, congedi parentali, al work-life balance e così via.
Queste iniziative, da un lato, sono espressione dei valori e dello stile dell’organizzazione, dall’altro sono fattori di competitività nel mercato business. Differenziarsi non vuole più dire solo offrire specializzazioni nuove, organizzarsi in modo strategico sul territorio, comunicare in modo mirato e originale; oggi vuol dire anche realizzare valori e stile ben definiti, virtuosi e a tutela della collettività e dell’ambiente. Sempre di più cittadini e aziende sono sensibili a queste tematiche e fanno rientrare nel novero dei criteri di scelta dei propri consulenti tali valori e comportamenti.
POLICY INTERNE
A differenza del passato, le policy interne degli studi professionali ora dedicano ampio spazio a questi aspetti green e social. La sostenibilità è vista oramai come un fattore imprescindibile nella scelta del consulente. Non a caso, gli studi professionali, a cominciare dalle Law Firm internazionali, per arrivare agli studi tradizionali, puntano molto su questi aspetti per differenziarsi sul mercato ed emergere in una competizione sempre più serrata. I siti Internet degli studi pubblicano resoconti periodici sulla propria azione a tutela dell’ambiente, sulle scelte organizzative, sulla partecipazione a progetti di riqualificazione ambientale. La sostenibilità fa parte della transizione culturale dell’intero studio e non più riservata ad un settore di esperti dedicati. Oggi gli studi professionali fanno della sostenibilità cultura e non solo fattore di marketing. Stesso discorso per tematiche come la gender equality, l’inclusività, la rimozione di ogni “tetto di cristallo” nella crescita professionale, che non sono più tematiche limitate ad un settore di studio dove specialisti elaborano progetti e li realizzano, ma sono parte integrante della cultura di ogni componente dello studio, dalla receptionist al managing partner.
CERTIFICAZIONI
Questo trend sfocia poi in atti di certificazione che vogliono riconoscere e quindi garantire per i terzi i comportamenti virtuosi e in linea con best practice e protocolli definiti come standard etici di sostenibilità nei vari settori. Da un lato, dunque, si vuole riconoscere all’organizzazione l’opera svolta certificandone i comportamenti e le scelte; dall’altro, si vuole dare al pubblico degli utenti modo di riconoscere chi aderisce a determinati standard per poter così agevolmente orientarsi e scegliere.
DIGITAL TRANSFORMATION
Rientra in questo trend anche la transizione culturale degli studi verso la digitalizzazione e conseguente ridefinizione di luoghi, tempi e modi di lavoro. Digitalizzazione delle pratiche, formazione in webinar, smart working, riduzione delle trasferte, riunioni on line, videoconference, mezzi di trasporto sostenibili, come flotte di bike sharing di studio, auto elettriche, monopattini di studio sono solo alcuni esempi di transizione culturale verso la sostenibilità degli spostamenti, delle relazioni, del worl-life balance.
Prima di dedicarsi agli strumenti è necessario che una organizzazione focalizzi la propria attenzione a sensibilizzare la propria popolazione di professionisti e collaboratori verso la necessita di questi comportamenti virtuosi (digital transformation). Quindi, prima c’è un’operazione culturale e poi organizzativa da compiere.
Stampanti ecologiche, carta riciclata, zero plastica, riduzione degli spostamenti, risparmio energetico, nuovi smartphone e tablet, accordi con fornitori di spostamenti sostenibili e molte altre iniziative sono in questa direzione.
Dentro gli studi legali, in particolare, fioriscono progetti, programmi, piattaforme di certificazione: tutto è ispirato alla sostenibilità e ad una nuova cultura del lavoro sostenibile.
Questo, poi, in chi sa incanalare la virtuosità in comunicazione, diventa oggetto di marketing e comunicazione per valorizzare il brand, differenziarlo, posizionarlo, ridefinirlo o farlo conoscere.
La formazione e il coaching, infine, risultano in questi nuovi trend di settore gli alleati perfetti per creare quell’humus su cui poggiare ogni successiva scelta organizzativa.
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