Un’idea, tutto parte da lì. E più pazza è, più stimola la sfida. A noi oggi sembra una cosa normale il volo: aerei, elicotteri, deltaplani. La conquista dell’aria, tuttavia, è relativamente recente nella storia umana, risale a poco più di un secolo fa. Correva il 1903, quando grazie a due fratelli proprietari di un negozio di biciclette in Ohio, l’umanità spicca il volo e si stacca da terra. È il 17 dicembre 1903 nella Carolina del Nord e Wilbur e Orville Wright riescono dopo anni di prove a far alzare il loro Flyer, il primo aereo che coprirà ben 36 metri in 12 secondi. Fa sorridere, vero? Eppure quello fu un vero balzo per la storia, i 12 metri più lunghi di sempre. L’aviazione civile, militare e commerciale prendono le mosse da lì. Quel momento cambiò il modo di vivere e di viaggiare del mondo. Pensate senza aerei cosa oggi non si potrebbe fare…
“Ricorda, quando tutto sembra contro, che anche l’aereo decolla contro vento”. Parole di Henry Ford. Quanto mai adatte alle circostanze. Quella mattina faceva molto freddo e il vento soffiava a 40 km orari. Tutto sembrava contro e invece l’ostinazione e la costanza dei due fratelli avrà la meglio. Il Flyer non aveva ruote per prendere velocità, ma solo una slitta (dei binari in sostanza) lungo i quali veniva tirato da un cavo per poter prendere velocità e azionare il motore.
Fu un piccolo quotidiano locale, il Virginian Pilot a dare notizia dell’accaduto. Ma il mondo non reagì alla scoperta, lasciandola sotto traccia. I due non erano famosi e il successo assolutamente inaspettato. Nulla, insomma, giocava a loro vantaggio. Niente soldi, niente fama, nessun sostegno. Neppure il clima e le circostanze erano favorevoli.
In diversi prima di loro ci avevano provato, più qualificati, sostenuti dall’opinione pubblica e finanziati. Il più noto fu Samuel Pierpont Langley, finanziato dal Governo americano e che fallì ripetutamente fino ad abbandonare l’impresa.
Ma chi erano i fratelli Wright?
Entrambi ingegneri, due di sette fratelli, avevano una passione e niente più. Sin da piccoli, da quando il padre aveva loro regalato un modellino di elicottero, erano stati affascinati dal volo e dall’idea che l’uomo potesse superare questa barriera e spiccare il volo come un uccello. Tutta la vita furono appassionati da questa idea finchè riuscirono a realizzarla, nonostante i numerosissimi fallimenti, i soldi investiti interamente in questo progetto e i rischi connessi (diversi pionieri avevano rimesso la vita in questo tentativo).
Cosa serve dunque per raggiungere il successo?
Cos’è il successo, innanzitutto. Il participio passato di “succedere”, cioè far accadere quanto abbiamo in mente. Il prima passo è dunque avere una meta, avere un obiettivo per cui valga la pena rischiare e investire.
Il secondo passo è sapere cosa si è disposti a “pagare” per raggiungere il nostro obiettivo. Nulla è senza prezzo e ciò che fa la differenza tra chi molla e chi no è la determinazione ad andare avanti nonostante gli ostacoli. Impegnare soldi in un progetto li toglie ad altro, così come impegnare tempo in qualcosa priva del tempo qualcos’altro. È una questione di quanto ci teniamo o, se preferite, del prezzo che siamo disposti a pagare. La determinazione è la conseguenza di questa chiarezza.
Servono risorse per raggiungere gli obiettivi?
Sì, certo, ma meno di quanto inizialmente pensiamo. Intendo risorse economiche o di competenze. Spesso le competenze vengono cammin facendo e i soldi non sono indispensabili. Non sarà un caso che le maggiori scoperte della storia sono state effettuate da persone normali, spesso squattrinate.
Cosa ci lasciano i due fratelli quindi? La consapevolezza che con tre ingredienti si può raggiungere ogni nostra meta:
- Chiarezza di obiettivi
- Determinazione a non mollare prima di aver raggiunto la meta
- Flessibilità di strategia, che dev’essere adattata agli eventi imparando dalle esperienze
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