La professione forense si divide in mille rivoli come un fiume mentre scende a valle.
Solitamente si dividono le aree di attività in cui il professionista del Foro opera. Troviamo così il civile, il penale, l’amministrativo, il tributario, l’internazionale, solo per citare le maggiori classificazioni. All’interno di ciascuna, poi, si aprono competenze e specializzazioni. Così il civilista può occuparsi di diritto di famiglia, piuttosto che di diritto del lavoro o di recupero crediti e all’interno di ciascuna, come corpi cellulari ancora divisibili nelle sue parti essenziali, troviamo il giudizialista (che fa contenzioso in Tribunale), il consulente legale orientato alle ADR (soluzioni alternative delle controversie) fino all’avvocato di famiglia dedito al diritto collaborativo o alla mediazione familiare. E potremmo continuare ancora.
Uscendo da tale classificazione per materia e per competenza, oggi vogliamo addentrarci nello stile che accompagna l’avvocato nel proprio approccio al cliente e alla professione.
Vediamo i tratti stilistici che sulla base della mia esperienza ho stilato.
AVVOCATO AGGRESSIVO
È tipico di chi pensa che la professione si svolga su un ring e che chi ha più muscoli vince. Battere i pugni sul tavolo, alzare la voce, far paura all’avversario (e non a caso usiamo tale termine) è un must. Soprattutto chi ha già qualche capello grigio si è sentito dire dal proprio dominus che le armi vanno spianate subito, che è meglio far capire con chi si tratta già dal primo contatto, che se fai paura l’altro si ridimensiona subito. Ecco lo stile competitivo, di impatto, dove l’approccio del culturista che mostra la massa muscolare è sempre vincente.
AVVOCATO “YES MAN”
Siamo qui nell’approccio passivo dell’avvocato con il proprio cliente. Lui chiede, l’avvocato esegue. Le richieste del cliente non si discutono, altrimenti pensa che non lo abbiamo compreso e cambia avvocato. Questa è la filosofia di chi approccia in questo modo la professione. “Basta che paghi e faccio ciò che mi chiede”, è in sostanza il motto di questa tipologia professionale. “Che me frega, se è fuori strada, una volta fatto ciò che richiede ho assolto al mio dovere”. “Il mio cliente chiede”, “il mio cliente non accetta altro”, “io tutelo il mio cliente sempre e comunque”.
AVVOCATO AZZECCAGARBUGLI
Di manzoniana memoria, questo stile forense impera ancora tra molti. Tutto diventa più difficile di quel che è, anche la più semplice situazione viene arricchita di particolarismi, di spettri pronti a palesarsi, di virgole che fanno la differenza e di situazioni da ponderare bene, perché non è mai come sembra. Spesso questa è una strategia prodromica a giustificare una parcella più consistente o a darsi importanza mettendo fuori gioco il cliente “ignorante” che a quel punto, non capendo più nulla, non può che affidarsi alle valutazioni del suo fidato consulente legale.
AVVOCATO DUBBIOSO
Siamo in presenza questa volta di chi davvero si fa mille problemi e che inserisce a ogni piè, sospinto nei propri ragionamenti la frase “e se…”. A questo punto un mondo di terribili possibilità si apre all’orizzonte: “e se la controparte cita…”, “e se ci fanno opposizione…”, “e se il giudice valuta…”, e se e se… Anzi, è compito dell’avvocato prevedere tutte i possibili scenari… sperando che qualcuno si avveri almeno…
Le notti insonni spesso accompagnano le giornate in studio del nostro consulente dubbioso, più spinto dalla preoccupazione che da una strategia vera e propria.
AVVOCATO SCRUPOLOSO
Pieno di buoni propositi, ancora motivato da ideali di giustizia, il nostro avvocato scrupoloso pondera prima di rispondere, prende tempo per approfondire, non si sbilancia se non è sicuro, tende a non dare garanzie mai, ci tiene a spiegare i singoli passi al cliente e cerca di far capire alla controparte che l’unico vero interesse è quello del cliente. Si indigna contro i comportamento scorretti dei colleghi, tende a stare più in studio che fuori, perché deve studiare e approfondire.
AVVOCATO EMOTIVAMENTE COINVOLTO
Si prende a cuore le sorti del cliente. Diventa un tutt’uno con la situazione, agisce come se fosse lui in prima persona a vivere il disagio. Questo stile coinvolge emozioni proprie e dei clienti, crea empatia, ascolta molto, fa domande, soffre non solo giuridicamente, ma anche emotivamente e vive malissimo le ingiustizie. Si erge come una Giovanna d’Arco contro tutto ciò che non dovrebbe essere e condivide subito il suo cellulare con il cliente perché lo possa trovare in ogni momento.
AVVOCATO SERIOSO
È colui che vive la professione più come una cosa pesante e drammatica, che come una cosa seria. Per essere seri bisogna saper ridere: ecco il serioso in fase terminale non ride mai, non si lascia mai andare. Humor e professione non viaggiano insieme, anzi sono antagonisti. Più sei accigliato e più sei concentrato, più sei malmostoso e più sei professionale, più sei scorbutico e più sei apprezzato. Un vecchio modo, che vive ancora nelle giacche di molti.
AVVOCATO SPLENDIDO
È il simpatico, colui che ha sempre la battuta pronta, di solito condita con un po’ di parolacce per renderlo più friendly. Ha sempre la risposta pronta, è energico nel modo di fare, sorride più di quanto parli, punta molto sul rapporto e meno sulla sostanza. È il “non si preoccupi ci penso io…”, “è nelle mani giuste….”. Stile perfetto nel dress code, sempre alla moda, profumato, pochette sempre a posto, gemelli, tailleur per le donne e scarpa col tacco insieme alla massa in piega impeccabile. L’abito altroché se fa il monaco, chiedetelo a loro.
AVVOCATO LACONICO
È il depositario del sapere. Tutto si deve snocciolare gradatamente, non ci si sbilancia mai. Poche parole di risposta alle domande, sempre trafelato in pubblico, perché deve tornare in studio a lavorare. È il “topo da biblioteca”, o come si direbbe oggi, l’avvocato da backoffice. Non da mai il suo cellulare ai clienti, risponde sempre dopo tempo alle email e alle telefonate, si nega spesso, perché conta di più la sostanza delle parole.
AVVOCATO LOGORROICO
Al contrario del precedente qui siamo di fronte ad un fiume in piena. Prodigo di spiegazioni e previsioni, stordisce l’interlocutore finché, arreso, si abbandona tra le sue braccia: avvocato faccia di me ciò che vuole, basta che la finiamo qui.
Riconoscete qualcuno tra le vostre conoscenze?
Buon lavoro!
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