Ho preferito non scrivere nulla in questi giorni e restare in silenzio a guardare e sentire l’enormità di quanto stava accadendo in centro Italia.
Ho letto di tutto, dai quotidiani ai social. Come sempre la stessa situazione può essere vista da diverse prospettive e punti di vista. Così, la stessa realtà diventa mille realtà diverse.
C’è chi ha dato sfogo alla polemica, chi alla rabbia, chi allo sgomento, chi alla solidarietà.
Ma alla fine la nostra mente è come un orto: ciò che vi pianteremo crescerà.
E allora sta a noi piantare sentimenti ed emozioni positive perchè possano alimentarne delle altre.
La gente italiana si è stretta intorno a questi paesi cancellati dal terremoto.
Ma non solo la gente italiana. C’è stata integrazione di popoli e culture. Dai cinesi in Italia agli albanesi, rifugiati, extracomunitari, tutti hanno partecipato in un modo o nell’altro al momento di dolore.
E poi fuori dall’Italia: dalla Regine Elisabetta in poi si sono mossi per farsi sentire vicini, fratelli al di là dei confini, della Brexit, della bandiera.
È questo il mondo che vogliamo. È questa la gente che amiamo. Sono questi i sentimenti che vogliamo coltivare.
La polemica la lasciamo a chi nella propria mente vuole piantare negatività e distanze, attriti e scontri. E non venitemi a dire che questo è un approccio New Age o miope sui problemi. Chi guarda le cose in prospettiva positiva non fugge dai problemi, ma parte dai problemi e si rimbocca le maniche per superarli. I problemi ci sono e si guardano in faccia, a viso aperto. Ma si affrontano partendo da una visione positiva, fatta di possibilità e non di distanze, muri, scuse, polemiche. Guardare e parlare continuamente dei problemi non fa che rimanerci dentro. Partire dal problema è alimentare la soluzione porta fuori. Chi alimenta le polemiche è lo stesso che in ufficio borbotta in continuazione, che trova scuse e alibi per non fare nulla e stare lì fermo a guardare e giudicare gli altri. No, grazie.
A ciascuno la scelta della prospettiva da cui guardare le cose.
Noi preferiamo credere che il futuro possa essere solo migliore grazie anche a noi. Noi siamo quelli che si mettono in fila per donare il sangue, che fanno la donazione, che vogliono i calli sulle mani per aver fatto, nel proprio piccolo qualcosa di concreto perché domani sia migliore di oggi.
Vi lascio con questo messaggio fantastico di un uomo eccezionale. Alzate il volume!