Si parla molto in questo ultimo periodo di sostenibilità, intendendo l’impatto che il cambiamento e, più in generale, l’esercizio di un’attività di business deve avere sugli altri e sull’ambiente.
Il cambiamento sostenibile è quello che non crea squilibri nell’ambiente in cui si inserisce, così come l’innovazione non deve creare traumi, ma deve avvenire gradualmente. Sostenibilità, quindi, attiene alle conseguenze che comporta una attività o cambiamento, al suo impatto su un equilibrio precedente.
COACHING E SOSTENIBILITÀ
Nel coaching il concetto di sostenibilità è insito nella stessa filosofia di intervento del coaching: ogni intervento di coaching deve procedere in modo da rispettare l’interlocutore (il coachee) e il contesto; deve avvenire in modo graduale per poter essere assorbito e fatto proprio; deve avvenire in modo minimale, così da non comportare traumi o crisi.
Questo è ciò che insegniamo nella nostra MYP COACHING ACADEMY nella quale cui formiamo i coach professionisti.
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Quindi nel mondo del coaching la sostenibilità non è un concetto nuovo e fa parte dei capisaldi dell’agire del coach. Rispetto, gradualità, sostenibilità sono concetti chiave pe chi fa coaching. Con tutto ciò ci sono diversi approcci al coaching, diverse scuole e metodi. Alcuni sono più rispettosi dell’interlocutore, dei suoi tempi, della sua storia e del suo ambiente; altri sono più disruptive, più duri e demanding. L’approccio, inoltre, dipende anche dal coach, quindi da chi concretamente applica strumenti e metodi di coaching: entrano qui in gioco il carattere del coach, la sua preparazione ed esperienza e il suo sistema di valori. Sentirete così coach (o presunti tali) urlare che tutti possono fare tutto…, che il successo è lì a portata di mano, che se seguirete i loro dettami vi troverete bene e chi più ne ha più ne metta. Cominciamo con il dire che quello non è coaching, perché il coach non guida, non fa consulenza, non impone, né tantomeno fa il guru. Il coach affianca, accompagna e tutto il suo intervento avviene intorno alla socratica arte della maieutica.
Fare coaching vuol dire accompagnare a scoprire potenzialità, talenti, desideri ed errori; il coach è un ostetrico che permette ad una persona di “nascere una seconda volta”, di ricostruire o costruire un futuro in base ai propri desideri, definendo prima gli obiettivi, poi una strategia per realizzarli e infine agendo.
CHIAREZZA, STRATEGIA, METODO E DISCIPLINA.
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Così come un viaggio si organizza definendo la meta e poi a ritroso il percorso che vogliamo seguire, le tappe da percorrere, le tappe intermedie dove sostare e man mano di fa una verifica di dove stiamo andando e se è in linea con le nostre previsioni, in modo da aggiustare il tiro, così accade per il viaggio della vita: avere le idee quanto più chiare possibili su chi siamo, cosa ci piace, cosa desideriamo vivere e dove andare è decisamente un buon inizio. Poi si faranno i conti con gli imprevisti gli ostacoli, la fortuna e la sfortuna. Qui ci vuole resilienza, determinazione, motivazione, passione e una buona filosofia di vita per procedere leggeri, entusiasti e sempre proattivi.
IL COACHING GENTILE
Tutto ciò si può realizzare in tanti modi e io sono convinto che la gentilezza nei modi e sostanziale sia la miglior strategia, che permette il rispetto degli altri (valori, tempi, difficoltà), rende sostenibile il cambiamento e permette di essere sempre autonomi e consapevoli. La gentilezza è una qualità, un approccio alla vita, alle persone e alle cose che andrebbe riscoperta. In un mondo in cui tutto viaggia veloce, in cui la concorrenza è alta e dove siamo poco attenti agli altri, perché distratti da mille input, tornare ad essere gentili vuol dire tornare a dare spazio e valore alla vita. Anche il percorso di coaching deve essere gentile, come insegno nella nostra scuola di coaching e come applico nei coaching con i miei coachee. Gentilezza vuol dire delicatezza nei modi, rispetto dei tempi, capacità di ascolto attivo, empatia, sostenibilità di intervento, accuratezza, intuito.
Il coaching gentile è un coaching non traumatico, non impositivo, non gridato, senza marketing, senza guru, con passione e sorriso a fare da colonna sonora dell’agire.
C’è bisogno di transizioni gentili, di cambiamenti gentili, di innovazione gentile, di persone gentili e di coaching gentile. Il mio coaching, il coaching di MYPLACE si fonda su questi valori.
Ah, ricordiamolo a chi fa confusione: essere gentili vuol dire essere più forti, decisi, efficaci e veloci.
Quindi, win-win.
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