Abbiamo visto che l’utente del web, più che in altre situazioni, vuole subito capire cosa sta leggendo, dove si trova, se ne vale la pena rimanere su quella pagina per approfondire.
Questo vuol dire che l’utente del web è un utilizzatore di contenuti, non tanto un lettore per passione. Se scriverete testi con lunghe premesse, con paroloni e lunghe frasi e sarete in tal modo logorroici…l’utente si stuferà presto e abbandonerà con un click il vostro sito.
PUNTATE ALL’ESSENZIALE
Impariamo quindi a puntare subito all’essenziale. Nel caso si tratti dei testi del sito di Studio, buona regola è scrivere testi brevi, come abbiamo visto, ma soprattutto inserire solo le informazioni che ritenete essenziali che l’utente conosca di voi. Nulla di superfluo, niente “pesca a strascico”, dove si mette il di più perché contiene anche il meno. No, nulla di tutto ciò.
QUALI QUALIFICHE METTERE?
“Che faccio, metto tutta la cronistoria della mia vista, cito tutto quello che posso, oppure seleziono in funzione di ciò che voglio trasmettere?”. Questa la domanda da cui tutti devono passare nel decidere cosa mettere del proprio percorso e del proprio profilo professionale sul sito di Studio. Che fare, dunque? Mettete solo le qualifiche che ritenete in linea con il vostro profilo professionale e coerenti con esso. inutile andare a mettere la partecipazione a corsicchi ininfluenti sulla vostra professionalità, oppure cariche onorifiche o simili. Se siete appassionati di vino e magari anche sommelier, per esempio, non so se andrei ad indicarlo nel sito di Studio (accaduto!). Insomma, non è vero che se metto tutto non sbaglio mai, è più probabile, invece, che potrò creare confusione in chi non vi conosce. Va messo né più, né meno di ciò che è strategico in funzione del nostro obiettivo comunicativo. Di meno, sarebbe un vero peccato, di più non farebbe altro che creare confusione. Ricordatevi di avere sempre il massimo rispetto e considerazione del vostro interlocutore, mai fare l’errore di pensare che chi legge sia stupido o poco attento. Pertanto, si capirà quando state riempiendo la pagina del vostro profilo di qualifiche per fare numero e, quindi, migliore impressione. Altra regola, evitare di partire dagli albori nell’indicare i vostri titoli. Mi è capitato di leggere la storia di professionisti che partivano dal diploma di scuola superiore…
LA PIRAMIDE ROVESCIATA
Come stile di scrittura, altra buona regola sul web è partite sempre dal centro del bersaglio per poi allargare il tiro. Quindi pensate a cosa l’utente vuole leggere innanzitutto di voi, qual è il cuore del vostro profilo, per che cosa vi sta cercando e solo dopo aver soddisfatto questa esigenza di informazione potete allargare fornendo informazioni a completamento del profilo, delle attività, dell’organizzazione. Create una gerarchia di importanza dei contenuti del sito, altrimenti il rischio è che tutto risulterà importante allo stesso livello, dal numero del personale di staff, alle aree di attività, agli anni di esperienza dei professionisti di Studio e così via. Dovete scegliere quali sono gli asset su cui puntare e poi quelli secondari e di terzo livello.
COMPETENZE E AREE DI ATTIVITA’
Se fate un giro su molti siti di Studi professionali, ciò che ancora spesso emerge è la quantità di aree di competenza, practice, ambiti (o chiamateli come meglio credete) di cui lo Studio si occupa. Qui nascono tre considerazioni:
- ricordate che il cliente cerca sempre di più la specializzazione, quindi il professionista particolarmente esperto in un’area; il tuttologo piace sempre meno;
- a meno che lo Studio non abbia molti professionisti al proprio interno, con una certa organizzazione in aree di attività, dipartimenti, specializzazioni (impropriamente chiamate), è poco verosimile che magari un solo avvocato possa abbracciare con la stessa perizia tutto il diritto civile, per esempio, o addirittura possa spaziare dal diritto civile al penale all’amministrativo; ci sono alcuni Studi che sul proprio sito elencano un numero infinito di aree di competenza… riferibili al solo professionista di cui si compone lo Studio…;
- non è strategico indicare troppo; meglio fare una scelta di posizionamento, di esperienza, di immagine.
Ricordate, infine, che ciò che si comunica sul proprio sito di Studio potrebbe anche essere meno di ciò che realmente si fa (brand identity). Mi spiego meglio: nella comunicazione bisogna imparare a scegliere il messaggio per rimanere nella mente del nostro interlocutore (brand image); non dobbiamo dire tutto, meglio dire solo ciò che è strategico. Se, per esempio, volete posizionarvi sul mercato come uno Studio di commercialisti che si occupa prevalentemente di srl, puntate a questo target la vostra comunicazione con tutto ciò che ne consegue. Ovvio che se poi in Studio dovesse presentarsi una ditta individuale per la contabilità, non è che lo manderete via perché non avete comunicato che vi occupate, all’occorrenza, anche di contabilità semplificata. Certo è che se non sceglierete un target di riferimento e una conseguente comunicazione mirata in termini di contenuto e di stile, tenderete a “sparare nel mucchio”, che non è mai una scelta di marketing e di comunicazione efficace.
Vi ricordo che approfondiremo questi temi nel corso del Mini Master Innovation Studio.
Vi aspetto in aula!
Buona lavoro