Poco o tanto? Metto tutto o faccio scelte? Scrivo in prima persona, oppure parlo in terza persona? Ecco, questi sono alcuni dei dubbi che accompagnano il professionista legale che si approccia ai testi del proprio sito Internet di Studio.
Vediamo come comportarci nella stesura dei relativi testi.
Innanzitutto, buona regola è, prima di scrivere anche solo una riga, farsi le domande che abbiamo elencato nella precedente puntata di questa breve guida di scrittura sul web. Fatto ciò, e quindi chiariti scopo, target, punti di forza e di debolezza, ecco che possiamo dedicarci allo stile della scrittura.
EDITING DEI TESTI SUL WEB
Abbiamo detto che sul web l’utente naviga, scorre i testi velocemente e difficilmente si sofferma a leggere così come avviene su carta. La conseguenza è che i testi dovranno essere sintetici, mirati, semplici da leggere per essere facilmente compresi.
Queste le regole per scrivere testi efficaci sul proprio sito di Studio:
- utilizzate la punteggiatura per creare frasi corte e dare così un ritmo allo scritto;
- evitate frasi incidentali e troppe parentesi;
- strutturate il testo con puntati (bullet point), numerati, titoli che creano paragrafi di testo; in tal modo si facilita l’organizzazione del testo per il lettore e si movimenta la pagina web, evitando la monotonia di tutto testo continuo;
- utilizzate grassetti per evidenziare le parole fondamentali; la logica del grassetto è che l’occhio dovrebbe poter scorrere la pagina e anche leggendo solo tali parole comprendere il contenuto del testo;
- utilizzate i corsivi per le parole che presentano caratteristiche comuni, tipo parole in lingua straniera (non ancora entrate nell’uso comune in italiano), oppure per evidenziare un secondo livello di importanza di alcuni concetti dopo quelli indicati in grassetto;
- utilizzate il sottolineato con parsimonia; la ragione è che sul web una parola sottolineata richiama i link, quindi fa pensare che tale parola sia cliccabile e rimandi ad altro;
- usate una diversa formattazione del testo a seconda del grado gerarchico di importanza: per esempio Titolo 1, per il titolo della pagina, Titolo 2, per i sottotitoli che indicano i capitoli, le parti in cui si divide il testo nella pagina, Titolo 3, e così via. In altri casi si chiamano Titolo, Paragrafo, Sezione ecc.
Queste le principali regole di editing del testo perché possa essere il più leggibile e chiaro possibile. Ricordate che dovete creare degli “scivoli” e non dei “muri” per gli utenti del vostro sito, quindi tutto deve essere il più lineare, semplice, chiaro possibile. Il rischio, altrimenti, è che l’utente alla prima difficoltà faccia “back” e torni da dove è venuto, abbandonando il vostro mondo. Conseguenza? Avete perso un potenziale cliente.
VERIFICA DI GRAMMATICA E SINTASSI
Oltre all’editing del testo, quindi alla sua cura formale, è necessario curare il testo dal punto di vista grammaticale. In editoria questa fase è nota come correzione di bozze. Chi ha avuto il piacere di essere autore di libri conosce le fasi di lavorazione del proprio scritto da parte dell’editore. Quali sono le fasi di lavorazione di un libro? Beh le conosco molto bene, dal momento che prima di diventare un coach e un formatore ho avuto l’immenso piacere di lavorare per circa quindici anni come redattore e caporedattore presso diverse redazioni editoriali del mondo giuridico dedicate a libri, codici e riviste del settore legale.
Rivediamole queste fasi di lavorazione di un libro:
a) consegna del menabò (originale) da parte dell’autore alla casa editrice;
b) editing del testo (strutturazione in parti, capitoli, paragrafi, titoli, titoletti) e primo colpetto di impaginazione;
c) correzione di bozze (grammaticali, lessicali, di stile);
d) primo giro di bozze (consegna all’autore della bozza con le correzioni della redazione perché possa validarle);
e) inserimento delle correzioni da parte della redazione;
f) secondo giro di bozze (non sempre), in cui l’autore fa una ulteriore verifica e approvazione di ulteriori correzioni;
g) chiusura della lavorazione con impaginazione definitiva.
Perché – vi chiederete – siamo arrivati a parlare della lavorazione (cucina) del libro cartaceo di una volta?
La ragione è che troppo spesso chi scrive sul web (articoli, oppure testi del sito), non rilegge con dovuta attenzione quanto ha scritto. La conseguenza è che i testi presentano errori a volte grammaticali, a volte di punteggiatura, a volte di costruzione della frase. A volte tutti e tre insieme!
Come possiamo immaginare non è una bella lettera di presentazione un testo con errori, trasmette poca cura, poca attenzione e nessuno ha voglia di mettere i propri interessi nelle mani di chi mostra poca attenzione e cura.
Dunque fate attenzione a non perdervi in un bicchier d’acqua, prestando magari molta attenzione al contenuto dei testi per poi cadere su errori grammaticali, ripetizioni fastidiose o punteggiatura scoordinata.
Rileggete rileggete e fate rileggere i testi più volte. Vedrete che ad ogni passaggio sistemerete qualcosa e troverete lo strafalcione di turno.
Ah, ultima cosa: spesso gli errori peggiori sono fatti sui titoli macro, in home page, cioè su quegli aspetti così macroscopici che non ci si aspetterebbe mai di sbagliare.
Vi dico solo che uno studio legale sul web per mesi ha tenuto on line il proprio sito con un errore niente meno che nel nome stesso dell’avvocato titolare dello Studio…
Poco o tanto? Metto tutto o faccio scelte? Scrivo in prima persona, oppure parlo in terza persona? Ecco, questi sono alcuni dei dubbi che accompagnano il professionista legale che si approccia ai testi del proprio sito Internet di Studio.
Vi ricordo che approfondiremo questi temi nel Mini Master Innovation Studio.
Vi aspetto in aula!