Abbiamo visto quanto sia importante impostare sin dall’inizio gli scritti per il web nell’ottica di ottimizzarli per i motori di ricerca. I veri lettori, alla fine, saranno però i nostri potenziali clienti. Immagino, infatti, che la maggior parte dei professionisti scriva sul web non tanto per i colleghi (a meno che non siano riviste specializzate o portali tematici per addetti ai lavori), quanto per essere letti dai clienti attuali e potenziali (prospect).
Dunque possiamo affermare che i testi del sito Internet di Studio, così come il blog di Studio o gli articoli di approfondimento, oppure il commento di una normativa o di una sentenza, siano scritti a fini promozionali, marketing appunto.
Se questo è l’obiettivo con cui ci muoviamo, diventa fondamentale rispettare una regola di scrittura: prima di scrivere poniamoci domande nell’ottica di chi legge. Dobbiamo, in sostanza, metterci nei panni del nostro potenziale cliente (privato cittadino, imprenditore, manager, general counsel, HR) e chiederci:
- Cosa si aspetta di trovare?
- Cosa ha interesse a leggere?
- Cosa vuole portarsi via?
- Cosa potrebbe colpirlo positivamente?
- Cosa potrebbe deluderlo e farlo andar via con un click?
- Cosa può distinguere il mio scritto da quello di altri colleghi sull’argomento?
Poniamoci poi di nuovo nei nostri panni e chiediamoci:
- Cosa voglio trasmettere di me?
- Quale percezione vorrei suscitare?
- Perché sto scrivendo questo scritto?
Tiriamo dunque le somme fin qui, fissando alcune regole:
1) dobbiamo scrivere ciò che i nostri lettori vogliono sapere, non tutto ciò che sappiamo;
2) dobbiamo scrivere per fornire un servizio a chi legge;
3) scriviamo con un linguaggio “familiare” al lettore, evitiamo laddove non indispensabili tecnicismi incomprensibili per i non addetti ai lavori;
4) siamo sintetici e di immediata comprensione;
5) usiamo una punteggiatura che organizzi il testo e lo renda più leggibile;
6) strutturiamo il testo con titoli, sottotitoli, paragrafi, grassetti, corsivi, in modo da semplificare la lettura;
7) utilizziamo il c.d. principio della “piramide rovesciata”: subito vado al sodo, indico il nucleo, rispondo alla domanda che vive nella testa di chi ha fatto la ricerca, poi spiego, argomento, approfondisco e infine concludo.
In conclusione, scrivere per il web comporta calma, riflessione, ricerca. Molti, invece, considerano lo scrivere per il web come il fratello minore della scrittura su carta. Sicuramente la maggior parte dedicherebbe maggior attenzione alla scrittura di un articolo per un rivista, che per il web. La ragione è che scripta manent, quindi una volta pubblicato un articolo su carta se ho scritto una fesseria resta lì. E questo è vero. Al contrario, l’idea (convinzione) è che sul web sia più “liquido” il tutto, si possa in futuro modificare lo scritto se è sul nostro sito, per esempio, insomma, che non sia definitivo. Ma è così se ci pensate bene? Mica tanto.
Innanzitutto, sul web vi leggeranno probabilmente molte più persone che su carta. Inoltre, ciò che mettiamo sul web non ha data, vive praticamente in eterno e senza frontiere. Dunque è più una sensazione, che una realtà, che sul web si ha la possibilità di fare dietrofront e su carta no. Ricordate, inoltre, che molti vostri scritti verranno non solo letti e taggati da altri portali e siti, ma verranno anche copiati, scaricati e stampati… Vi basta per prestare maggior attenzione d’ora in poi?
Buon lavoro!