Scrivo sul web…ma per chi scrivo? La prima domanda che ci dobbiamo porre è per chi scrivo sul web e poi perché scrivo contenuti da mettere (tecnicamente “postare”) sul web. La risposta tendenzialmente sarà che scriviamo per avere notorietà su questo immenso mondo digitale, così da aumentare le probabilità di essere visibili e quindi trovati dai nostri potenziali clienti e, dunque, scriviamo (in linea di massima) proprio per loro, i clienti.
E fin qui, tutto torna. Vanno però introdotti alcuni chiarimenti, perché i clienti sono l’ultimo anello della catena di questo processo. Come dire: i clienti che ci leggono, ci trovano attraverso i motori di ricerca, sono l’effetto, il risultato di una buona strategia di web content (cioè di contenuti prodotti specificamente per il web).
Motori di ricerca
Essere trovati dai motori di ricerca, abbiamo appena detto…ecco questo è un passaggio fondamentale che dobbiamo tener presente. Quando noi produciamo testi e li mettiamo sul web, all’interno delle pagine del nostro sito, piuttosto che nel nostro blog di Studio (professional blogging), oppure direttamente sui social o nei forum, dobbiamo sapere che stiamo producendo testi per una piattaforma mondiale che “assorbe” tali contenuti, li analizza, trita e ritrita, e restituisce ai lettori tali testi in funzione dei parametri di ricerca e di altre mille variabili algoritmiche quasi impossibili per comuni mortali da comprendere. Detto in altro modo, quello che noi vediamo sul web come testo…non è solo testo. Se infatti accedessimo al codice sorgente della pagina in cui si trovano i testi che abbiamo postato (per esempio questo che state leggendo), troveremmo righe di codice in HTML fatte di segni, simboli, punteggiatura chiara solo ad un esperto. Queste righe di testo HTML è ciò che il browser legge. Il browser, come abbiamo avuto modo di spiegare in un’altra nostra guida pratica (puoi scaricare l’ebook completo gratuitamente) è il software che noi utilizziamo per poter comprendere e interagire con il mondo web.
Browser
Esistono molti browser diversi, i più noti sono:
- Safari per Mac
- Google Chrome
- Explorer
- Firefox
- Opera
I browser sono di fatto dei traduttori del codice HTML in testo, musica, immagini, video e quant’altro sia per noi accessibile e comprensibile. Ogni parola, immagine, video, in realtà per il web è costituito da righe di codice HTML.
Tutto questo – potreste chiedere – è interessante, ma a noi che ce frega? Ce frega, perché quando scriviamo sul web dobbiamo sempre tener presente che il primo destinatario sono i motori di ricerca. È attraverso i motori di ricerca – alcuni motori oggi sono dei veri e propri portali (da “porta” di accesso, appunto) – che noi possiamo interrogare il web e ricevere risultati pertinenti alle nostre richieste. I principali motori di ricerca (Google, Yahoo, Bing ecc.) non leggono le parole dei nostri scritti, bensì il codice che vi sta dietro.
Quali regole seguire per essere appetibili ai motori di ricerca?
La regola nello scrivere testi (sia del sito Internet di Studio, sia di articoli) è di renderli “leggibili” e “appetibili” per i motori di ricerca.
Key-words
In concreto, ciò significa inserire nei testi, in particolare nel titolo della pagina o dell’articolo e nel primo paragrafo dello scritto, le parole-chiave (key-words) che rappresentano il cuore dello scritto e che vogliamo siano “agganciate” dai motori di ricerca. Per fare ciò, dobbiamo pensare da un lato al cuore di ciò che stiamo scrivendo, dall’altro alle parole con cui riteniamo che gli utenti cercheranno contenuti come il nostro sul web attraverso i motori di ricerca.
Density
Se io ritengo, per esempio, che un articolo sull’adeguamento dell’assegno di mantenimento possa essere cercato sul web dagli utenti attraverso le parole “assegno”, “mantenimento”, “separazione”, “adeguamento”, sarà utile inserire nel titolo dell’articolo e nel primo paragrafo tali key-words. Sarà poi utile per la c.d. density (cioè il numero di volte che compare in uno scritto un certo termine, la densità, appunto) ripetere la parola più volte nel testo.
Title, description, meta-title
Per poter inserire testi sul sito Internet di Studio è necessario accedere al backoffice, al “dietro le quinte” del sito, chiamato anche cruscotto o CMS (Content Management System), in sostanza il sistema per gestire i contenuti che spesso assume le funzioni di un word avanzato.
Questo cruscotto ci permetterà di scrivere, fare la correzione di bozze per eliminare errori, fare l’editing (assegnare stili, grassetti, corsivi, puntati ecc.). Ma non è tutto qui. Il CMS oltre alla finestra dove inserire il testo che vedremo poi pubblicato sul web, ha solitamente anche altri campi relativi a testo “nascosto”, nel senso che poi noi non lo vedremo pubblicato, ma il motore di ricerca lo vedrà eccome. Parliamo dei campi title, description, key-words, meta-title. In questi campi, che hanno un numero di caratteri definiti, è come se noi dialogassimo direttamente con i motori di ricerca, facilitando gli stessi quando all’individuazione delle parole-chiave, della struttura dello scritto con eventuali gerarchia dei contenuti in termini di importanza. Poiché i criteri SEO (che determinano la visibilità e quindi il posizionamento di un contenuto, la c.d. SERP) cambiano continuamente, pare che rispetto ad un tempo abbiamo perso parte della originaria importanza tali elementi, ma è buona regola inserirli lo stesso, male non fa.
Tag
Nella stessa logica sopra descritta rientrano anche i tag con cui individuiamo l’argomento o la tipologia di contenuti. Si parla anche comunemente di “taggare”, cioè attribuire ad un contenuto, ad una pagina un link tematico che permetterà innanzitutto di organizzare i contenuti all’interno del sito che li aggrega, permette agli utenti di effettuare velocemente ricerche tematiche e aiuterà i motori di ricerca nella classificazione dei contenuti stessi.
Questi sono alcuni accorgimenti che contribuiscono all’ottimizzazione in ottica SEO (Search Engine Optimisation) dei testi scritti sul web. A questi, ovviamente si sommano diverse soluzioni, strumenti e strategie più tecniche che devono essere sviluppate da professionisti esperti del settore (SEO specialist).
Per concludere, il professionista dell’area legale (avvocato, commercialista, consulente del lavoro, notaio) sia che sviluppi i testi e li metta direttamente lui sul web, sia che sviluppi i testi e li faccia mettere da qualcuno incaricato, deve tener presente queste regole sin dalla fase genetica degli stessi. Come dire, devono essere sviluppati già seguendo queste regole, in quanto uno specialista SEO potrà migliorarli, ma non sopperire ad errori strutturali fatti dall’autore, come testi lunghissimi, eccessivamente tecnici ecc.
Mi trovo spesso a ripetere ai miei clienti che seguo per la gestione dei contenuti sul web che se inseriscono nei loro scritti frasi come de iure condendo, poi non si possono lamentare se nei risultati di ricerca di Google escono accanto alle ricette di Cracco, perché “condendo” per i motori di ricerca rimanda al tema della cucina e non certamente del diritto!!!
Vi ricordo che approfondiremo questi temi nel corso del Mini Master Innovation Studio.
Vi aspetto in aula!
Buon lavoro allora!