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Professionisti, se volete andare veloci, fermatevi un attimo

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Pigrizia mentale, mancanza di tempo, mancanza di idee, abitudini radicate, resistenze al nuovo, convinzioni limitanti, scetticismo. Queste sono alcuni degli alibi che molti oppongono a qualunque istanza di cambiamento. Il punto, oggi, è che il cambiamento non rappresenta più l’eccezione, un momento di passaggio, bensì è la costante che accompagnerà come una colonna sonora la professione e le vite private.

Se un tempo il mercato richiedeva fondamentalmente competenza del professionista e premiava la qualità del lavoro, oggi accanto ad esso il mercato richiede anche una grande flessibilità e capacità di adattamento ai mutamenti in atto. Prima era la solidità a rappresentare la colonna portante della professione, una solidità fatta di preparazione e poi di immagine. Oggi è la flessibilità e la lungimiranza a fare la differenza, oltre alla preparazione professionale. Solido oggi è lo Studio professionale ben organizzato, che pianifica, che ha una strategia e una vision, che sa lavorare in team. L’impostazione individualista, la mentalità da dominus di un tempo, l’approccio focalizzato solo alle competenze “tecniche” oggi rappresenta rigidità e non più una risorsa.

La mentalità dev’essere strategica per poterci permettere il raggiungimento di risultati in un ambiente diventato più competitivo e difficile rispetto ad un tempo.

Va distinto, dunque, ciò che ci piace da ciò che è utile fare. Pertanto possiamo essere nostalgici dei tempi che furono per la professione, ma la realtà è oggi questa e con essa dobbiamo confrontarci. Ricordiamoci inoltre che tutto ha un costo, per cui  dirci che non abbiamo tempo per pensare a queste cose potrà essere vero, salvo che avrà un prezzo da pagare. Stessa cosa per la pigrizia mentale o lo scetticismo che ci rendono refrattari ad ogni ipotesi di rivedere organizzazione e modalità di lavoro.

Infine, consideriamo che il fatto di aver ottenuto in passato risultati da certe scelte rappresenta un rinforzo positivo difficile da rompere. Mi spiego meglio: il fatto che l’individualismo, piuttosto che seguire l’istinto siano stati in passato scelte efficaci, non vuol dire che lo siamo ancora oggi e che lo saranno in futuro. Lo scenario è cambiato e recitare lo stesso copione con la scenografia mutata potrebbe coglierci improvvisamente impreparati.

Da dove partire, dunque? Come più volte sottolineato, da noi, sempre da noi. Dalle idee, dalla conoscenza di scenari nuovi e da una buona dose di coraggio e forza di volontà di affrontare il nuovo, apertura mentale, positività. Dunque fermarsi un attimo invece di procedere a testa bassa potrebbe essere la miglior scelta per andare poi veloci successivamente.

Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.