Di fronte a questa domanda si apre una voragine. Molti professionisti dell’area legale risponderebbero “perché abbiamo un sistema normativo assurdo” (viste le incombenze fiscali, per esempio di questo periodo, ben 410, secondo quanto riportato dai giornali); altri poi farebbero appello alla crisi economica, alle cattive abitudini acquisite dai clienti, ai provvedimenti legislativi scellerati.
Tutti, in qualche misura, hanno ragione. Fatto sta che così facendo la soluzione per semplificare ciò che è difficile non si trova. Lamentarsi, irrigidirsi, indignarsi, per quanto comprensibile, non serve a nulla. Che il Legislatore ci metta del suo, che le leggi siano dei puzzle rompicapo, che molte scelte di politica legislativa siano discutibili, che la pressione fiscale sia alle stelle, che la burocrazia sia asfissiante…siamo, penso, tutti d’accordo. Importante è quindi agire anche su questi fattori, non c’è dubbio. Fatto sta che ciascuno di noi la prima operazione che può fare è lavorare su di sé, prendendo atto del cambiamento inevitabile e adattarsi ad esso il più abilmente possibile.
Consapevolezza è la parola d’ordine
Fermatevi un attimo e guardatevi da fuori, come se foste un terzo che vede voi nella vostra vita quotidiana:
- Cosa vedete?
- Come state gestendo le novità che il cambiamento porta con sé?
- Quali strategie nuove avete adottato per farvi fronte?
- Hanno prodotto effetti? State ripetendo all ‘infinito vecchie soluzioni in uno scenario nuovo?
Siamo abitudinari per natura, quindi più portati a ripetere che scoprire
Uno degli empasse maggiormente presenti nel comportamento umano è la ripetizione delle strategie che in passato sono risultate efficaci. Se un modo di agire, di organizzarsi, di comunicare ha prodotto nella nostra vita risultati, allora state pure certi che saremo portati a ripetere come un copione la strategia, il vero problema è che non esistono due situazioni uguali, pertanto ciò che accadrà è che la vecchia strategia non produrrà gli effetti di un tempo, con nostra somma delusione. Ma il peggio deve ancora venire. Infatti noi siamo esseri abitudinari per natura, pertanto tenderemo a ripetere con ancora maggior vigore, davanti al fallimento, la strategia passata incaponendoci e sgretolando con le nostre stesse mani l’autostima. Ci intestardiremo nel ripetere la tentata soluzione fallimentare (per usare le parole di Giorgio Nardone). Quale sarà l’esito? Il problema non è stato risolto, ma al contrario si è amplificato nella sua percezione soggettiva, in quanto ora ci sentiremo ancora più confusi e demoralizzati, in quanto avremo toccato con mano che neppure la carta un tempo vincente funziona più.
Dunque che fare?
La soluzione per le professioni legali (e non solo) è (1) prendere atto del cambiamento, (2) divenire consapevoli dei nostri tentativi di soluzioni che non producono risultato, (3) elaborare nuove strategie, (4) metterle in atto, (5) verificarne l’efficacia e (6) apportare eventuali correttivi.
Il Coaching in tutto questo è un utile supporto, ma anche da soli, se si ha la capacità di rimettersi in discussione davvero, si possono ottenere buoni risultati. Tutto parte da noi.
Buon lavoro