Richard Bandler ripeteva: “Mi meraviglia sempre vedere come le persone dedichino più tempo a programmare le proprie ferie che la propria vita”. Richard Bandler è uno dei geniali fondatori della PNL (Programmazione Neuro Linguistica).
Programmare la propria vita è un’attività impegnativa, ma entusiasmante. Comporta assumersi la responsabilità delle proprie scelte, ma anche prendersi la libertà e il potere di farle e decidere la direzione da imprimere al nostro futuro.
Noi siamo i costruttori della nostra vita, noi siamo i costruttori della nostra realtà.
Molti potrebbero pensare che queste siano cose di buon senso, che già si sanno. Eppure, se ci pensate bene, pochi ne sono consapevoli e pochissimi le mettono in pratica. L’esito? Condurre una vita che non abbiamo scelto, almeno fino in fondo; lamentarsi perché le cose non vanno come vorremmo; autostima che giorno dopo giorno si sgretola e rassegnazione che pian piano fa capolino nella vita di ciascuno. Che peccato, vero? Abbiamo un unico viaggio, di sola andata, e lo sprechiamo in questo modo. E quali sono le ragioni? Il più delle volte è la mancanza di chiarezza su ciò che realmente vogliamo; altre volte la mancanza di motivazione nel voler perseguire ciò in cui crediamo; altre ancora la mancanza di risorse, a cominciare dalla strategia.
Riprendere in mano la propria vita
Riprendere in mano la propria vita, lavorativa e personale non solo è possibile, ma è l’unica speranza che abbiamo per essere felici. Dobbiamo allora chiederci quale prezzo sono disposto a pagare per ottenere ciò; a cosa sono disposto a rinunciare; quali sacrifici sono disposto a fare.
I più grandi personaggi della storia – politici, sportivi, imprenditori, studiosi, religiosi, manager, uomini e donne – sono quasi sempre partiti dal basso, dal non avere nulla tranne la cosa più importante: una idea, un progetto, un valore-guida. E tanto gli è bastato per fare la differenza e lasciare il segno nel mondo. Esempi? Enzo Ferrari, Steve Jobs, Bill Gates, Madre Teresa di Calcutta, Gandhi, Mennea, Jury Chechi, harley e Davidson, i fratelli Wright, Lincoln e potremmo continuare all’infinito.
Allora, basta alibi, basta vittimismo, basta rinviare e cominciamo, come un ingegnere costruisce il suo progetto a costruire noi stessi, i noi che vogliamo essere tra un anno, due, dieci.
Chiedetevi allora:
- Cosa avrò se continuerò a pensare così?
- Dove mi troverò continuando a comportarmi così?
- Cosa devo fare IN CONCRETO per realizzare il mio progetto?
Scegliete in questo viaggio i migliori per farvi accompagnare: il miglior coach, il miglio consulente fiscale, legale, informatico, la miglior donna, uomo, amici che possiate trovare. E imparate da loro. Invece di risparmiare, investite. Invece di rinunciare, tentate.
Ultima cosa: basta l’alibi di non avere tempo. Come tutti, anche voi ne buttate un sacco in mille modi. Ottimizzate quel tempo per trovarne di qualità per realizzare il vostro progetto verso la felicità.
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