I nostri nonni avevano capito tutto. Già, perchè sapevano che fare una breve pausa, ma intensa, dopo pranzo valeva più di ogni altra cosa. Stiamo parlando della pennichella, che molti di noi vorrebbero, ma non possono concedersi.
La pennichella torna alla ribalta
Ora la pennichella torna alla ribalta come un’abitudine validissima per gestire lo stress e per tenere alte le performance lavorative. Tutto nasce da una serie di studi compiuti in rinomate università: la Harvard University ha stimato in 63,2 miliardi di dollari le perdite causate dell’inefficienza dovuta alla stanchezza e privazione di sonno dei lavoratori americani; la Harvard School of Public Health, Department of Epidemiology, ha pubblicato i dati dei suoi studi da cui risulta che la pennichella pomeridiana può ridurre il rischio di infarto fino al 37%; l’Università di Dusseldorf ha compiuto studi sulla correlazione del riposo pomeridiano e i livelli di attenzione nelle attività lavorative, concludendo per un diretto legame tra i due; la Berkley University ha compiuto test sull’aumento delle capacità di memorizzazione e il riposo legato alla pennichella, per non parlare dei numerosi studi sullo stress e sulla creatività che legano il riposo a questi due fattori.
Non più di mezzora al giorno
Insomma, dati scientifici o meno, la beneamata pennichella dopo pranzo fa bene, all’umore, come allo stress, come alle prestazioni lavorative.
Ma quanto bisognerebbe investire in questa attività quotidiana? Bastano pochi minuti, dicono gli esperti, dal quarto d’ora alla mezzora, non di più. In questo modo seguiremo i ritmi circadiani del nostro corpo, che ogni giorno tra le ore 13 e le 15 circa vede un calo della temperatura con conseguente rilascio di melatonina, l’ormone del sonno. Ecco perché cominciamo a sbadigliare e ci sentiamo assonnati. Certo che se poi a tutto ciò abbiniamo anche un pranzo importante, la digestione farà il resto. Dormire più di questa breve pausa non è consigliabile, perché andrebbe a spezzare a sua volta il ritmo circadiano, causando intontimento e influendo poi sul sonno notturno. Ovviamente tutto ciò che abbiamo visto è una generalizzazione, poi ciascun organismo ha il proprio ritmo e abitudini. C’è chi dorme di giorno e pure di notte e chi se si addormenta dopo pranzo si assicura l’insonnia notturna. C’è inoltre chi se si addormenta anche pochi minuti si sente al risveglio intontito e chi invece si sente bello fresco come una rosa, pronto ad affrontare rinfrancato il pomeriggio.
Una lunga tradizione
La pennichella è stata l’abitudine di molti grandi personaggi della storia, da Winston Churchill a Napoleone, da Giulio Andreotti a John Kennedy, da Salvador Dalì a Thomas Edison.
Una società americana da qualche anno ha fatto un vero e proprio business su questa abitudine, parliamo di Metronaps (www.metronaps.com) che ha introdotto sul mercato mondiale delle poltroncine (bozzoli) che le società possono mettere a disposizione dei propri dipendenti per una breve pausa; il dipendente può prenotarsi la propria pennichella e rilassarsi prima di tornare al lavoro.
Anche questa volta i nostri nonni avevano ragione!
Buon riposo!