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Paura dell’intelligenza artificiale? Colpa della fantascienza

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Chi sente parlare di Intelligenza Artificiale sobbalza sulla sedia perché la sua mente immediatamente corre ai robot e alle scene apocalittiche di un mondo che viene conquistato dai robot, dove gli umani devono fuggire e nascondersi.

I film di fantascienza ci hanno presentato questi scenari cupi di un mondo che presto verrà conquistato da forme di intelligenza artificiale sfuggite al controllo umano.

In realtà questo timore viene da lontano, se pensiamo che un film tutto italiano con Alberto Sordi degli anni ’70 (Io e Caterina) già poneva il rischio della perdita del controllo come un pericolo con cui ci saremmo dovuti misurare un giorno con i robot.

Ma le cose stanno davvero così?

E poi, ha un senso temere che l’introduzione della robotica, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro umano e quindi impattare negativamente sull’occupazione?

La risposta a tutte queste domande è no.

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L’implementazione di automazione nei processi organizzativi e produttivi e l’inserimento dell’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro servirà invece a rendere questo mondo migliore.

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La robotica si inserirà in quella parte dei processi produttivi e organizzativi più disagevoli per l’uomo, più ripetitivi, più rischiosi.
All’uomo sarà richiesto di avere nuove conoscenze per controllare e gestire l’automazione portata avanti dalle macchine.

Ci sarà, questo sì, bisogno di nuove competenze e di riqualificazione dei lavoratori che oggi si dedicano ad attività con poco valore aggiunto, ripetitive, appunto.

Dal collega al cobot

Non vedremo più scene come “Tempi moderni” di Charlie Chaplin che avvita bulloni e comincia a sviluppare tic nervosi, perché questi lavori saranno riservati alle macchine.
Stessa cosa per l’inserimento di dati, l’analisi degli stessi e la messa in opera.

Parti di processi saranno sostituite dall’intelligenza artificiale per rendere il lavoro umano più efficiente, più comodo, più veloce.

In conclusione, non vedremo lavori sostituiti dalle macchine, bensì processi lavorativi dove macchine e uomini lavorano insieme, interagiscono e cooperano.
Le macchine sono al servizio di un lavoro più sicuro, efficiente e quindi miglioreranno le condizioni lavorative, invece di peggiorarle, come molti temono.

Quanto conta l’intelligenza emotiva?

Ricordiamoci, infine, che ci sono molti lavori che nessuno vuole più fare e che richiedono fatica, a cui nessuno vuole più esporsi. Ecco questi saranno i primi ad essere sostituiti dalle macchine.

Per altri, invece, la staffetta uomo-macchine diventerà la regola e dopo poco nessuno ci farà più caso, così come oggi nessuno fa più caso che il telefonino è diventato un’appendice del nostro essere e senza di esso non riusciamo ad uscire neppure di casa.

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Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.