Clienti e studi professionali: le strategie per sviluppare il business oggi sono davvero tante. Tra queste una delle più tradizionali ed efficaci è il public speaking. La ragione è che in aula il pubblico entra in relazione con noi. Ad una condizione però. E cioè che non abbiamo affrontato lo speech come se fossimo informatori del farmaco che devono limitarsi a trasmettere informazioni.
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Sì relazione, no solo informazioni
Se abbiamo lavorato per coinvolgere il pubblico, allora sarà la relazione il vero ponte che porterà i prospect (nuovi potenziali clienti) da noi. La chiave dunque è saper coinvolgere i potenziali clienti, è creare empatia, una relazione, un contatto con il pubblico e non limitarsi a dimostrare di sapere.
Quindi niente slides piene di testo, fitte fitte, niente immobilismo seduti dietro un computer per ore, niente monotono, niente tecnicismi criptici per soli addetti ai lavori. Ovvio, il tutto andrà tarato in funzione del pubblico presente, delle aspettative e dei nostri obiettivi. Ma se siamo nell’ambito di relazioni, convegni, riunioni davanti non a colleghi, ma a potenziali clienti, ciò che più conta è lasciare un’ottima impressione di noi. Ricordiamoci allora che le persone si ricorderanno di come le abbiamo fatte sentire e non tanto di cosa abbiamo detto.
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Ma come si crea la relazione in aula con il pubblico?
Non solo con le parole (verbale), ma prevalentemente con la voce (tono, ritmo, volume, pause) e con il linguaggio del corpo (postura, gestualità, contatto visivo, prossemica etc.).
Questi canali della comunicazione si perdono nello scritto, dove resta solo il verbale. Pertanto, non risulta difficile comprendere come sia più efficace per l’engagement di nuovi clienti una relazione in un convegno, che un articolo scritto su un quotidiano (certo, dipende da quale convegno è da quale quotidiano).
Se il parlare in pubblico è uno strumento vecchio come la notte dei tempi, la tecnologia ci permette oggi di realizzarlo in modi nuovi: e-learning, web seminar, in streaming, in web conference. Per parlare ad una platea oggi non è più indispensabile avere un’aula fisica, un luogo, una organizzazione, degli organizzatori. Oggi possiamo fare tutto da noi se vogliamo, possiamo organizzare, promuovere, gestire un evento in diretta o differita.
Non male, se pensate che fino a qualche anno fa, solo chi aveva determinate conoscenze, agganci o titoli, poteva pensare di entrare nel gota dei relatori e speaker a cui veniva riservato il palco.
Ciò che conta, dunque, è sapere come sfruttare al massimo queste occasioni di visibilità. Le occasioni oggi ci sono e molte, ma se non sappiamo vederle e valorizzarle al massimo perdiamo delle grandi occasioni di business.
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Buon lavoro!