Una volta tanto proviamo a volare un po’ più alti e prescindere dalle posizioni ideologiche, religiose o di partito. A ciascuno lasciamo le proprie, legittime qualunque esse siano. Non ci interessa, nelle prossime righe, la politica, nè altre posizioni fideistiche.
Proviamo insieme ad analizzare i modelli comunicativi e di leadership che incarnano due figure di spicco del nostro tempo: Papa Francesco e il Presidente del Consiglio Renzi.
Anticipiamo anche coloro che solitamente si indignano quando sentono abbinare alla figura del Pontefice un modello di comunicazione o di leader: non stiamo esprimendo alcun giudizio in merito, nè sostenendo che ciò sia frutto di scelte fatte a tavolino. Lasciamo a ciascuno la propria ricostruzione dei perché è dei per come, noi qui ci limitiamo ad osservare quanto vediamo da spettatori, come milioni di cittadini.
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La coerenza e l’esempio di Papa Francesco: le doti un leader
Che Papa Francesco sia un grande modello anche in ambito comunicativo e di leadership non c’è dubbio. Ha la capacità di entrare nei cuori delle persone, di farsi sentire vicino a chiunque, di raggiungere tutti, fedeli e non. Papa Francesco ha saputo ricucire la fiducia tra il popolo dei fedeli e la Chiesa, ha saputo stringere intorno alla sue parole persone di ogni credo. La sua grande forza comunicativa è la coerenza e l’esempio. Fa ciò che dice e dice ciò che fa. Conquista così la piena fiducia della gente. È il Papa della “Chiesa povera per i poveri” e i suoi gesti lo dimostrano. È il Papa che usa le utilitarie per muoversi tra la gente, della ventiquattr’ore portata sulla scaletta dell’aereo, dei pullman per andare a dir messa, delle soste per strada a baciare i malati, del lavoro anche ad agosto, delle email a chi gli chiede voce, delle telefonate a chi chiede ascolto. In questa grande forza che è l’umiltà e la coerenza risiede la forza di un grande “condottiero”. Un condottiero come non ne esistevano più da tempo.
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La vision di Renzi: la forza della determinazione nella leadership
Passiamo poi alla vita temporale, a Renzi guida di un’Italia ferita. Ferita più che altro nella speranza, nella vision di un futuro migliore, nella credenza che un miracolo italiano stile anni ’50 sia ancora possibile. Renzi sta restituendo all’Italia una speranza, una luce in fondo al tunnel. È questo che serviva e questo sta trasmettendo. Al di là dei mille scettici – vero problema per qualunque comunità – dei politicanti per interesse personale e dei pessimisti, ciò che serviva prima di tutto (non solo, certo) all’Italia era crederci di nuovo. Dopo scandali di ogni tipo, senza colore e senza partito che si salvi, solo la rabbia e la delusione avevano conquistato terreno. Prima di qualunque altra cosa serviva un progetto e soprattutto una nuova mentalità. Senza quella non si va da nessuna parte, ci si arrovella sulle colpe e sulle cause, ma colpe e cause non risolvono certo i problemi.
Ecco la forza di Renzi, aver compreso che deve lavorare prima di tutti sulla vision delle persone, sulla pancia, sulle emozioni, sulla speranza. Il resto, fondamentale, viene di conseguenza. La leadership è questo, convogliare le energie, le speranze le azioni delle persone in un’unica direzione.
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Leadership, vision, determinazione
Se Papa Francesco è il simbolo della coerenza, del leader che va per primo, che segna la strada, Renzi rappresenta la vision, la luce in fondo al tunnel che guida le azioni delle persone. La sua comunicazione è diretta al futuro, è diretta alla trasmissione che si può fare, come gridava il dott. Frankenstein nell’omonimo film di Mel Brooks: “si può fare!“.
È scientificamente dimostrato come i nostri comportamenti siano guidati più dalla prospettiva futura che riusciamo ad immaginare che dalle esperienze passate. I veri leader questo lo sanno bene. La loro leadership deve essere per forza visionaria, orientata al futuro. Vedono per primi e ispirano negli altri la fiducia che quella è la strada giusta.
Bene, tutto questo può essere un modello di un nuovo approccio e di una nuova mentalità? Per chi è a capo di un’organizzazione, sia esso l’imprenditore, il manager o il professionista, avere leadership, vision e determinazione può essere utile a traghettare la propria organizzazione verso un furto migliore? E’ più utile soffermarsi sul presente, sulle cause, sulle preoccupazioni, o essere per primi ottimisti, fiduciosi, programmatici e saperlo trasmettere a chi sta con noi?
Ovviamente riteniamo che sia l’unica vera strada da percorrere sia questa. L’approccio old style, che in passato ha prodotto i suoi frutti, rischia in futuro di far naufragare le migliori intenzioni ed energie nell’impresa come nelle professioni. Il mondo cambia e noi dobbiamo cambiare insieme a lui. Fermarsi a recitare vecchi copioni quando la scenografia è mutata potrebbe risultare sul lungo periodo letale.
A ciascuno le proprie considerazioni, ma impariamo ad attivare il modeling, l’arte di modellare, quindi di prendere esempio e trarre ispirazione dai grandi personaggi.
Buon lavoro a tutti!