Andare a scuola dalla propria vita. Imparare dai propri errori. Sir Winston Churchill diceva che il successo è la somma dei fallimenti che non ti hanno abbattuto. Resilienza, dunque, e tecnica dell’inventore. Oggi parleremo di queste due capacità.
Vediamole nel dettaglio.
Resilienza
La resilienza è la capacità di resistere alle avversità, di non farsi abbattere. Gli ostacoli nella vita, neanche a dirlo, ci sono; le avversità che si parano sul nostro cammino e complicano il nostro progetto non mancheranno certo. Che cosa dunque distingue chi ce la fa da chi si arrende e rinuncia? Spesso non sono le capacità o le competenze. È invece la caparbietà, la convinzione, la determinazione a raggiungere il risultato, ad andare fino in fondo.
Chi ha successo si abitua a fare ciò che chi fallisce non ama fare
Thomas Edison
Quali sono dunque le doti di chi ce la fa?
Il grande attore e uomo, Bruce Lee parlava di tre doti fondamentali per avere più potere sulla realtà e quindi più chance di realizzare i propri obiettivi:
- CHIAREZZA DI INTENTI = sapere cosa voglio ottenere, dove punto, quale è la stella polare del mio agire
- DETERMINAZIONE = tanta benzina che ci permetterà di arrivare fino in fondo, nonostante gli ostacoli (= PASSIONE)
- FLESSIBILITA’ = capacità di essere presenti a se stessi e adeguare la nostra strategia agli eventi per arrivare fino in fondo
Guardate questo video:
Tecnica dell’inventore
Avete presente Thomas Edison, Guglielmo Marconi, Tesla, Steve Jobs, Enzo Ferrari, i fratelli Wright? Che cosa li accomuna secondo voi?
Ve lo dico io. Sono partiti senza un soldo, Non avevano risorse particolari, Molti avevano conoscenze tecniche (non erano neppure laureati alcuni). Ma avevano un SOGNO. Avevano una PASSIONE travolgente. Vivevano una “magnifica ossessione”. E tutti, dico tutti, hanno fallito più volte, hanno incontrato ostacoli di ogni tipo. Hanno sbagliato strada. Hanno subito tradimenti, delusioni. Tutti sono caduti e si sono rialzati.
Come hanno fatto? Quale è la differenza tra loro e chi non ce l’ha fatta? Molti potrebbero pensare alle conoscenze tecniche, alle relazioni, alla fortuna. E invece no! La differenza è nel come hanno pensato. Vediamolo da vicino.
Come pensa chi ha successo
Innanzitutto, da coach voglio specificare una cosa a cui tengo molto anche nei miei corsi: non parlo di successo all’americana, cioè del diventare necessariamente ricchi e famosi o del cambia la tua vita in 7 giorni, o cose del genere, a cui non credo affatto. Il successo di cui parlo e su cui lavoro ogni giorno con i miei coachee è inteso nel senso etimologico del termine: “far succedere” ciò che ci siamo proposti; realizzare un progetto, raggiungere una meta.
Fatta questa precisazione, vediamo come pensano gli uomini di successo.
- Tutto parte innanzitutto dall’ACCETTAZIONE del punto di partenza: inutile recriminare o lamentarsi.
Tutti quelli che sono arrivati dove sono hanno dovuto iniziare da dove erano
Robert Louis Stevenson
- Avere una VISION, un obiettivo da realizzare, che rappresenta la stella polare delle proprie giornate e delle proprie scelte.
- AGIRE: non limitarsi a parlare, ma fare!
- IMPARARE dai propri errori. Questa è la capacità di andare a scuola da se stessi, di imparare dai propri fallimenti, interrogare le proprie esperienze per apprendere e migliorare, invece che giudicare (c.d. Tecnica dell’inventore).
- Essere FLESSIBILI e quindi apportare le modifiche necessarie, frutto di quanto appreso in precedenza e dei cambiamenti del contesto.
Cosa c’è in fondo a tutto questo? Felicità. Pienezza. Soddisfazione. Il senso della nostra vita.
Vi auguro di trovare il senso (direzione) della vostra vita, ciò che merita i vostri sacrifici e rischi, ciò che merita di essere vissuto in questo viaggio di sola andata.
Con affetto, il vostro coach.