Dal web 1.0 siamo entrati nell’epoca del web 4.0. Siamo partiti negli anni ’90 con il World Wide Web, il famoso www, che indicava il web televisione, dove non vi era possibilità di interazione, ma i contenuti postati alla fonte potevano essere solo fruiti dagli utenti. Si è passati nel 2000 al Web 2.0, il web interattivo, sociale, dove gli utenti diventano “consumattori” e contemporaneamente fruiscono e producono i contenuti: esplode il fenomeno dei social network. Dalla fine della prima decade del 2000 passiamo al Web 3.0, il web dei dati e semantico, dove i contenuti sono tra di loro linkati e interattivi e dove i motori di ricerca interpretano le esigenze degli utenti. Qui nascono anche le App che portano ai destinatari i contenuti senza che questi si attivino per cercarli. Eccoci alle porte del Web 4.0, caratterizzato dai Big data e dall’intelligenza artificiale. Qui troviamo la memoria dell’umanità raccolta e una nuova forma di intelligenza, oltre quella umana che affiancherà e in molti casi sostituirà in molte operazioni l’intelligenza umana. Anche nel settore professionale sono molteplici le applicazioni che si ipotizzano, da quelle legali a quelle fiscali.
Web 3.0 nelle professioni
Il mondo delle professioni guarda a tutto questo e con una certa fatica cerca di rimanere al passo con i tempi e sfruttare le opportunità che la tecnologia offre. Prima di addentrarci in discorsi ben più complessi, come l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla professione, cerchiamo di capire come lo Studio professionale possa sfruttare quantomeno le risorse del Web 3.0, dal momento che molti studi sono fermi allo 0.0.
Le tre risorse del Web 3.0 da utilizzare sicuramente per lo studio dell’avvocato, del commercialista, del consulente del lavoro, del notaio, dell’architetto e così via, ci sono:
– Sito Internet in html 5, responsive e parallax, che sfrutti al meglio le regole del SEO per il posizionamento sui motori di ricerca.
– Utilizzo strategico dei social network per farsi conoscere e interagire con clienti e prospect (Linkedin, Facebook, Twitter, G+, Youtube).
– Mobile App di studio, con cui fidelizzare i clienti fornendo in modo moderno, diretto ed efficace contenuti e servizi direttamente sui device mobili.
Questi tre strumenti sono importanti per lo sviluppo del business dello studio professionale e permettono ai professionisti di migliorare la propria immagine (meglio sarebbe oggi parlare di BRAND), di poter sviluppare politiche di marketing e di gestire con lungimiranza lo sviluppo del business di studio senza affidarsi al solo passaparola.
Coloro che vogliano approfondire il tema e ricevere notazioni pratiche possono farlo al Mini Master
Innovation Studio. Dettagli sul programma e info
qui.