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L’importanza degli strumenti di coaching per gli avvocati

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Indice dei contenuti

Le competenze necessarie a un avvocato per avere successo sul mercato e guidare un team multidisciplinare spaziano dalle conoscenze tecniche giuridiche alle capacità verbali, dialettali e di trattativa, fino alle abilità di manager e a quelle di coaching. Queste ultime stanno diventando sempre più determinanti in quanto contribuiscono a migliorare l’apporto delle altre competenze e consentono all’avvocato-manager di portare i propri collaboratori a dare il meglio di loro stessi a vantaggio anche dello studio legale e ai clienti di essere pienamente consapevoli e partecipi durante tutta l’attività di consulenza.

COSA PUÒ FARE UN AVVOCATO CON GLI STRUMENTI DA COACH

Vestire i panni del coach non è affatto facile e per questo dovrà essere l’avvocato per primo a seguire un percorso su misura, a farsi guidare da un professionista del coaching a raggiungere la migliore versione di sé stesso, trovando il giusto focus a livello personale e lavorativo sugli obiettivi da centrare. A quel punto potrà mettere a frutto le conoscenze acquisite per diventare a sua volta “coach” dei propri dipendenti e collaboratori e motivarli a sviluppare il loro massimo potenziale. Gli strumenti di cui si sarà dotato serviranno anche per approcciare il cliente nel modo più adeguato possibile, portarlo dalla propria parte e garantire che la pratica o il processo venga condotto in porto con il miglior risultato possibile per entrambi. 

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STRATEGIE UTILI

Vediamo alcuni punti che dovrà tenere in considerazione:

  1. Per prima cosa dovrà comunicare in modo convincente, chiaro e sincero perché si è ciò che si comunica.
  2. Le parole dovranno essere selezionate con cura e cautela, per esprimere il pensiero con la massima dell’efficacia, in quanto ogni parola influisce sull’andamento e il risultato del dialogo.
  3. Ascoltare prima di parlare. Questa è una regola ferrea, una capacità a volte innata o che si sviluppa con il tempo, ma che è fondamentale perché serve per capire l’interlocutore. Fare domande in caso di dubbio è utile e doveroso prima di prendere la parola.
  4. Condividere le proprie conoscenze ed esperienze con i collaboratori più giovani e dedicare del tempo alla loro formazione.
  5. Il silenzio comunica come le parole, pertanto bisogna intervenire solo quando serve e non si deve rimanere zitti quando è richiesto un’opinione o un parere.

Poste queste condizioni basilari l’avvocato dovrà quindi aiutare e supportare il cliente tenendo fermo l’obiettivo, aiutandolo a definire le risorse utili a raggiungerlo e quelle già in possesso, e a individuare la strategia e le tattiche migliori per ottenere quanto desiderato. Per farlo punterà sull’efficacia e sulla chiarezza individuando gli assunti più utili nella circostanza. Nel caso il cliente abbia interesse a raggiungere un obbiettivo l’avvocato utilizzerà la tecnica del Goal Reality Options Will (GROW), se l’esigenza sarà quella di risolvere un problema sarà più adatta quella del problem solving strategico.

All’interno dello studio invece l’avvocato in qualità di titolare o manager dovrà passare dal vecchio ruolo di colui che comanda a colui che guida. Partendo da una vision dovrà saperla condividere nel dettaglio con i propri collaboratori, fino ai singoli obiettivi, comunicare in modo trasparente e leale instaurando rapporti adulti e non paternalistici, motivando nel modo corretto mettendo al centro la singola persona e il successo dello studio e valorizzando la caratteristica e il punto di forza di ognuno. Se la guida sarà ottimale tutti i collaboratori daranno il massimo e cresceranno professionalmente.

CONCLUSIONI

Fare l’avvocato non vuol dire più solo conoscere la materia, essere abili strateghi e bravi dialetticamente. Un altro ruolo a cui il professionista non potrà mai più sottrarsi è quello di coach. In questo modo potrà essere d’aiuto sia per i propri clienti, supportandoli in tutta la consulenza verso la soluzione migliore possibile al loro problema e rendendoli pienamente partecipi in tutte le fasi, sia per i propri collaboratori guidandoli a diventare la migliore versione di loro stessi. A monte di tutto ciò sarà fondamentale comunicare in modo convincente e onesto, selezionare accuratamente le parole utilizzate, ascoltare prima di parlare, condividere le proprie conoscenze ed esperienze e infine restare in silenzio solo quando è necessario.

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Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.