Ebbene sì, è arrivato il momento per molti liberi professionisti (non nativi digitali, giovanotti più vicini ai fantastici 50 anni che ai 40) di riprendere i principi dell’alfabetizzazione, ma questa volta digitale. Prima di aprire il cantiere della nuova guida pratica alla scrittura sul web a fini professionali, concediamoci una puntata leggera leggera. L’idea è di fermarsi un momento a riflettere come gestiamo la relazione odio-amore col cellulare e condividerlo con gli altri, anche per capire a che punto siamo nel panorama attuale.
Il futuro che ci aspetta sarà sempre meno fatto di carta e penna e sempre di più di tasti, controlli vocali, schermi touch, schermi smart che riconoscono i movimenti degli occhi (gesture) oppure del capo (smart scroll). Fissi lo schermo e il video parte, distogli lo sguardo e si ferma (smart pause). Pensate se si potesse fare con le mogli quando non smettono di parlare 🙂
Se ci pensate già oggi la vita di ciascuno è divisa tra il digitale e l’analogico, dove il digitale sta invadendo man mano tutto quello che un tempo era “fisico”.
Facciamo insieme un breve riepilogo di una giornata-tipo di molti: ore 7 levataccia e il primo sguardo (spesso prima di un buongiorno detto a qualcuno presente) è al cellulare per vedere eventuali messaggi ed email. Toilettaura varia e ci si lancia in strada, ciascuno con un proprio mezzo, più o meno di fortuna: tram, autobus, macchina motorino, bicicletta, metropolitana, piedi. Che facciamo, sprechiamo questo tempo di trasferimento così? Non sia mai! E quindi eccoci impegnati a sfogliare siti di notizie,app di social, blog di riferimento, a rispondere ad email, a inviare messaggi su WhatsApp. Molti rischiano la pelle nell’attraversare distratti la strada, c’è chi guida in modo camaleontico, con un occhio sullo schermo e uno alla strada, chi perde la fermata del metro, chi ride da solo in autobus e chi rischia la pelle in bicicletta, rigorosamente con una mano sola (l’altra è impegnata, ovviamente col cellulare). Eccoci arrivati al lavoro. Ah già, prima un caffè e se siamo soli eccolo lì il nostro smartphone o tablet a farci fedelmente compagnia. Imboccata la porta dell’ufficio e posizionato il baricentro saldo sulla nostra poltrona la giornata prende avvio con l’avvio del computer, che come un vaso di Pandora sforna notizie, programmi, progetti e…problemi a tutto spiano. Agguantato l’idrante come ogni buon pompiere, cominciamo a spegnere incendi, ciascuno ha i propri: clienti incazzati, collaboratori storditi, soci irascibili, segretarie svampite, il conto in banca che piange e morire che un cliente ieri sera abbia fatto il bonifico. È l’ora del pranzo e con il nostro fido smartphone andiamo a nutrirci, da soli o in compagnia, ma cambia poco. Se soli, intervalliamo qualche fugace sguardo all’interlocutore con un più intenso rapporto face to screen con il nostro amico tecnologico che continua senza tregua a sfornare email e finestre sul mondo. Il pomeriggio prosegue con riunioni, anch’esse in compagnia del nostro immancabile passpartout per la globalità e veloce arriva sera. Qualcuno si reca in palestra, ma anche lì ormai ogni panca che si rispetti ha il suo porta smartphone, come ogni ciclette. Fatto anche questo, ora cena e poi si ricomincia. A cena, per chi ha figli in particolare, lo scenario non cambia molto: forchetta e coltello a sx del piatto per far posto a dx al cellulare; spesso non mancano playstation e Xbox e fratelli minori. Ovvio, poi, finito di cenare e prima di riporre le membra stanche sul meritato giaciglio dovremo ben controllare i nostri gruppi Linkedin, i tweet e i “like” ricevuti? Bene, ora è proprio finita la giornata, si spegne la luce…ma il cellulare sul comodino, ovviamente, no!
È così anche per voi?
Raccontate la vostra esperienza! Giusto per sapere se siamo tutti nella stessa barca, se qualcuno ha scelto di andare a nuoto e se altri hanno preso l’aliscafo.