Siamo abituati a pensare ai grandi leader come coloro che hanno guidato popoli e nazioni verso la libertà, piuttosto che verso la conquista di benessere. Se vi chiedo di pensare alla leadership molti di voi penseranno a Gandhi, oppure Churchill, o ancora a Kennedy o Steve Jobs.
Certo, quelli erano grandi leader e a loro confronto ci sentiamo piccoli piccoli.
Ma siamo sicuri che la leadership sia solo quella?
Siamo sicuri che voglia dire guidare popoli o grandi masse a compiere gesta epiche?
Entriamo di più in questo meraviglioso mondo per conoscerlo da vicino e scoprire qualcosa che forse molti di voi non conoscono ancora.
Il leader è colui che guida.
Il leader ha vision, ha un progetto, sicuramente ha una tensione verso il futuro, verso uno scenario migliore, che vuole raggiungere a tutti i costi.
Per farsi seguire dagli altri, il leader deve avere un ascendente sulle persone; queste lo devono riconoscere di propria spontanea volontà come tale.
Le persone seguono un leader se sentono risuonare in loro gli stessi valori, se riescono a vedere con i propri occhi ciò che il leader descrive com futuro possibile.
Non seguiamo un leader per lui, ma per noi!
La leadership è dunque una dote.
La leadership è a volte un dono, come la genialità, a volte è un’attitudine che va coltivata.
Essere un leader vuol dire essere ambizioso, essere passionale, essere folle per rischiare di perdere tutto nel sogno che si ha davanti.
Essere leader vuol dire dedicarsi anima e corpo a ciò che si fa, senza risparmio, senza remore.
Essere leader è come avere una fede incrollabile che ti guida in una direzione e attrae tutti gli altri, come in un vortice magnifico che aumenta con il passare del tempo.
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Conoscete leader, veri leader che non abbiano dedicato l’intera loro vita al loro scopo?
Che non abbiamo speso tutto ciò che avevano, rinunciato a tutto per realizzare il sogno?
Forse Nelson Mandela non ha dedicato la sua vita alla lotta all’Apartheid?
Oppure Madre Teresa di Calcutta?
O Adriano Olivetti, Enzo Ferrari e migliaia di altri leader che in tutti i campi, dalla medicina alla musica, dall’arte alla politica hanno dedicato la loro vita a quella vision per trasformarla da sogno a realtà?
No, certo.
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A questo punto molti penseranno che la leadership è un dono dalla nascita, che è riservato a pochi sulla Terra, che in confronto ai mostri sacri siamo nulla. La verità è che tutti, potenzialmente, siamo dotati di leadership, perché tutti abbiamo la capacità di sognare mondi migliori, risultati eccellenti.
Tutti abbiamo una passione per cui siamo disposti a dedicare una vita, a rischiare il tutto per tutto. Ma non tutti lo sanno.
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Non tutti hanno incontrato quel momento fantastico di chiarezza, dove tutto sembra prendere forma e sembra avere uno scopo.
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È tutta qui la differenza.
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Non nell’avere il fuoco sacro dentro, bensì nel saperlo riconoscere, nel saperlo incontrare e portare a galla. Prima di essere leader in pubblico, leader di altri, si è leader di altri.
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I grandi nomi che abbiamo citato, non sono altro che grandi leader di se stessi, persone comuni, o abbastanza comuni che hanno avuto la fortuna, l’occasione di incrociare sulla loro strada quel momento, quasi sempre casuale e non voluto, dove si sono innamorati.
Già, si sono innamorati di quella vision e da dentro hanno sentito che ne valeva la pena e che da quel momento nulla sarebbe stato più come prima, da quel momento c’era uno scopo, una meta, un qualcosa che li faceva alzare la mattina con la “magnifica ossessione” di cui parlava Steve Jobs.
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D’altronde, come avrebbe potuto Nelson Mandela resistere in carcere 27 anni; come avrebbe potuto sopportare tutto ciò che ha visto Madre Teresa di Calcutta; come avrebbe potuto rischiare tutto Abramo Lincoln?
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Se non sappiamo guidare prima noi stessi,
come possiamo pensare di guidare gli altri?
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Allora rivediamo il concetto di leadership.
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La leadership non è tecnica,
ma è un percorso volto a scoprire
qual è il nostro fuoco sacro,
la nostra visione,
il nostro scopo nella vita.
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Nei miei corsi sulla leadership spieghiamo alle persone prima della tecnica di comunicazione per coinvolgere, per appassionare, attrarre gli altri, il percorso per innamorarsi di sé stessi e scoprire lo scopo della nostra vita.
Chi parteciperà al seminario residenziale puntosudiME, farà insieme a noi questo percorso di scoperta verso qual è oggi il suo scopo, qual è la vision che merita sforzo e rischi e come diventare leader di sé stessi in un mondo che appiattisce tutti e fa vivere di apparenze e di felicità vestita di solitudine e frustrazione, invece che di realizzazione e di magnifica unicità individuale.
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