Tradizionalmente il mondo legale e quello del coaching sembrano descrivere traiettorie completamente diverse e, almeno a un primo sguardo, sarebbe difficile immaginare come esse possano incrociarsi sulla linea del presente. All’interno degli atenei universitari i futuri avvocati vengono formati a concentrare le proprie energie nel loro campo di azione specifico, ed è arduo pensare di vederli assorti nello studio delle tecniche di leadership o di gestione del gruppo. Tuttavia, una volta entrati nel mondo del lavoro, si trovano presto a dover gestire un carico di responsabilità enorme e una pressione altissima. Ed è a questo punto che la traiettoria del coaching va ad annodarsi con quella del mondo forense, portando con sé i concetti su cui si fonda, come la comunicazione efficace o l’intelligenza emotiva (cioè l’aspetto dell’intelligenza umana legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire consapevolmente le proprie emozioni e quelle altrui).
IL COACHING COME STRUMENTO NELLA PROFESSIONE LEGALE
Il coaching, infatti, offre una formazione in grado di accrescere enormemente la nostra abilità di comprensione (di noi stessi e degli altri). Le capacità di coaching, come ad esempio l’abitudine a porre domande aperte, a concentrarsi sull’ascolto di ciò che viene (o non viene) detto, la consapevolezza del linguaggio del corpo e la comprensione delle dinamiche di comunicazione diventano strumenti di grandissimo valore in ogni contesto, anche e soprattutto in quello legale. Tutto ciò appare ancora più evidente nel momento in cui la professione giuridica si trova sempre più coinvolta nel gestire relazioni con culture diverse, e quindi con norme culturali e comunicative differenti.
Ci stiamo muovendo verso una vera e propria cultura del coaching, ben visibile nel mondo anglosassone, in cui gli avvocati vengono sempre più apertamente incoraggiati a seguire questo tipo di percorso, inteso come crescita personale da prima in veste di clienti-coachee, e professionale poi, nei confronti dei clienti, dove attraverso gli strumenti acquisiti, possono supportare in modo più incisivo il percorso intrapreso con il cliente. Oltre a essere dei consulenti esperti e dei professionisti preparati, infatti, viene richiesto loro anche un altro bagaglio di abilità, soprattutto nel momento in cui ci sono relazioni da gestire o particolari necessità da comprendere e soddisfare (tanto dei colleghi quanto dei clienti).
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IL COACHING COME EQUILIBRIO PERSONALE
Il vastissimo tema del coaching va considerato anche da entrambi i punti di vista. Questo tipo di percorso, infatti, viene utilizzato per ridurre lo stress e quindi migliorare la salute mentale. È superfluo ribadire quanto sia stressante il contesto del mondo giuridico. Ciò che è importante comprendere è che, grazie a un percorso di coaching, si può raggiungere un miglior equilibrio tra vita privata e lavorativa, gestire meglio il proprio tempo e assegnare le giuste priorità ai propri obiettivi. Questo accade perché il coaching è in grado di creare una struttura mentale più salda, capace di aiutarci a mantenere un alto grado di controllo sulle nostre azioni, e con un chiaro piano in testa. Tutti aspetti che concorrono ad abbassare il nostro grado di stress percepito. Quindi per aiutare gli altri, bisogna dapprima lavorare su se stessi, è un approccio win-win.
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