Avere successo vuol dire avere obiettivi chiari. Anche l’origine del termine successo, dal latino succèssus, indica il far subentrare ad un’idea, un proposito, un progetto, il risultato. In altri termini, far accadere ciò che si è prefissati. Come si può, infatti, far accadere qualcosa se non si conosce prima cosa si vuole ottenere? Le vere leve motivazionali sono dunque proprio gli obiettivi. È il desiderio di realizzare qualcosa di concreto che ci attrae e ci da energia. È la vision, la capacità di anticipare oggi a livello emotivo e non solo cognitivo, che ci anima. Chi infatti “sogna ad occhi aperti” attiva solo parte di questa vision, quella cognitiva. Immagina, fantastica, gli piacerebbe, sarebbe bello. Tutto resta lì, sospeso in una bella elucubrazione mentale, in un puro esercizio di pensiero. Così nulla si muove, noi tantomeno. Per motivarsi, dunque, per generare energia che si traduca in azione è necessario attivare le emozioni. Il pensiero può attivare le energie emotive facendo sì che riusciamo a provare oggi le emozioni che proveremo al raggiungimento della meta prefissata, alla realizzazione del nostro obiettivo. Questa è la benzina di cui necessitiamo durante il percorso per non mollare, per affrontare le avversità e arrivare fino in fondo.
Ebbene, quanti professionisti, per esempio, avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro fanno periodicamente il punto della situazione? Quanti si concedono “il lusso” di verificare e aggiornare le proprie mete professionali e, di conseguenza, pianificare la miglior strategia di azione? Spesso si procede col pilota automatico, ripercorrendo strade conosciute e soluzioni già provate, senza verificarne l’effettiva efficacia nel contesto attuale. Fare dunque chiarezza su dove siamo e su cosa oggi realmente ci motiva, quali mete e risultati, è fondamentale per non procedere in direzioni sbagliate e non disperdere energie.
Diceva Seneca “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Molti studi professionali e molti professionisti navigano a vista, proprio come fanno questi marinai, senza una chiara meta e un progetto aggiornato per lo Studio e per i singoli.
Prima di continuare su strade battute, di intraprendere progetti organizzativi e di sviluppo dello studio, magari investendo soldi ed energie, è utile dunque fermarsi a fare chiarezza e aggiornare gli obiettivi con sé e con il proprio team di lavoro. Sapersi porre domande e prestare reale ascolto sarà il primo vero passo verso un cambiamento duraturo.
Quanti lo fanno? Quanti invece procedono senza soluzione di continuità, dandosi solo risposte, spesso sempre uguali, e cercando subito soluzioni?
Accanto alla tecnica di brainstorming (con se stessi e col gruppo di lavoro), altra tecnica per affrontare i problemi e il cambiamento è la c.d. strategia dello scalatore. Quale è la tecnica seguita dagli scalatori? Si parte dalla vetta e a ritroso si ricostruisce il percorso definendo gli step e le relative soluzioni strategiche. Andranno così pianificate le azioni e fissati momenti di verifica per mantenere la rotta con il timone ben saldo tra le mani. Solo dopo si parte col primo passo pianificato e si procede step by step.