Negli ultimi anni gli studi professionali del settore hanno aumentato gli investimenti legati al digitale di circa il 18%
Nell’infinito universo del web è possibile ritrovare un numero sempre crescente di studi dedicati al mondo dei consulenti del lavoro e ai cambiamenti che esso sta attraversando. Non a caso ci si imbatte sempre più spesso nell’espressione “Consulenti del lavoro 4.0”. Ma cosa significa in realtà?
UNA NUOVA FASE PER IL CDL
Gran parte di queste analisi si concentra sul fatto che siamo entrati in una nuova fase economica e industriale che comporta una profonda revisione tanto dei processi quanto degli strumenti di lavoro e si presentano trend a sostegno di una inevitabile digitalizzazione dei processi di acquisizione dei dati e di tutte le attività a bassa marginalità.
CONSULENTE DEL LAVORO E DIGITALE
Si apprende così che negli ultimi anni gli studi professionali del settore hanno aumentato gli investimenti legati al digitale di circa il 18%, soprattutto per tecnologie come la firma elettronica e la firma digitale remota. Ma l’analisi si estende anche alle Piccole e Medie Imprese nel loro complesso dal momento che esse si trovano ormai totalmente coinvolte in questo nuovo percorso di transizione digitale. Come conseguenza il ruolo del consulente di lavoro si sta spostando sempre più lontano dai compiti di mera elaborazione amministrativa per coinvolgere gli aspetti più complessi del campo delle Risorse Umane. Con una maggiore interconnessione telematica scaturita durante il periodo pandemico, infatti, il consulente del lavoro diventa sempre più una figura di intermediazione tra le PMI e la pubblica amministrazione.
CAMBIAMENTO VERSO UN FUTURO DIGITALE
In sostanza, tutti gli operatori del settore sottolineano la necessità di un cambiamento di prospettiva per andare nella direzione di un futuro digitale, ma questo tipo di approccio tende a considerare solamente gli aspetti più tecnici della professione, come ad esempio l’adozione di soluzioni cloud.
COACHING PER VINCERE LA RESISTENZA AL CAMBIAMENTO
Quello che appare evidente, parallelamente all’inevitabile digitalizzazione del mondo del lavoro, è il bisogno di vincere la propria resistenza al cambiamento da un punto di vista di visione e di approccio.
In altre parole, il consulente del lavoro sarà sempre più un ponte tra diversi soggetti (PMI e pubblica amministrazione, ma anche all’interno delle stesse PMI attraverso gli uffici di Risorse Umane). Al di là delle competenze tecniche e professionali, delle nuove capacità informatiche che saranno necessarie per svolgere il proprio lavoro nei prossimi anni, risulta assolutamente fondamentale arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale di ciò che da sempre rappresenta il cuore del percorso di coaching: ascolto attivo, empatia, relazione con il cliente, ecc.
UN NUOVO RUOLO PER IL CDL
Così come per altre professioni, l’automatizzazione delle procedure renderà il ruolo del consulente del lavoro sempre meno tecnicistico e sempre più relazionale e sarà su questo campo d’azione che ogni operatore dovrà confrontarsi, con se stesso e con gli altri, al fine di mantenere e migliorare la propria posizione, arricchendo le proprie capacità di comunicazione efficace e leadership, e adottando strategie che possano segnare una direzione chiara verso il proprio futuro.
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