Qualunque obiettivo richiede un progetto alla base per essere raggiunto. Solo in questo modo, con metodo, una organizzazione può diventare nel tempo efficace ed efficiente. Fino ad oggi gli studi professionali, mi riferisco in particolare agli studi legali, ai commercialisti, consulenti del lavoro e notai, hanno organizzato e gestito le attività in studio senza un vero metodo, senza una organizzazione ispirata ai principi del management e spesso senza neppure veri obiettivi definiti a priori.
RE-ATTIVI, PIÙ CHE PRO-ATTIVI
Le professioni legali ed economiche sono state quindi interpretate storicamente come una risposta ad una richiesta. Lo schema era sempre quello: il cliente avanza una richiesta di consulenza e il professionista si attiva per dare una soluzione. A domanda risposta. Questo meccanismo ha funzionato per molte generazioni di professionisti. La domanda è se possa essere ancora funzionale alle esigenze attuali della clientela, alle dinamiche che ha assunto il mercato professionale e ai cambiamenti economici e culturali del Paese. La domanda è retorica, nel senso che la risposta è una sola: no, non può più reggere in futuro. Il mercato professionale si è già avviato da tempo verso strutture di studio organizzate come piccole o medie (a volte grandi) aziende.
I clienti hanno richieste sempre più complesse, con risposte sempre più veloci e con attività sempre più competitive sul mercato. L’unico modo per farsi tornare i conti è impostare a monte l’organizzazione in modo diverso, partendo dalla mentalità e dagli strumenti. Più che reattivi, il futuro richiede progettualità, quindi proattività.
LA MENTALITÀ MANAGERIALE IN STUDIO
Se in passato non esisteva nelle organizzazioni di studio approccio e componenti manageriali, considerate appannaggio solo delle aziende. Oggi queste componenti sono indispensabili. Senza un approccio manageriale non si va lontano.
Ma cosa vuol dire approccio manageriale alle attività?
Partiamo dalla parola chiave che caratterizza il manager: le performance. Si intendono con esse i risultati dotati di efficacia ed efficienza. La prima indica la capacità di raggiungere i risultati, sia in ottica quantitativa, che qualitativa, mentre con la seconda si intende l’ottimo rapporto tra risultati e risorse impiegate. Gli studi, nella migliore delle ipotesi, hanno in passato curato solo il primo aspetto, cercando la qualità, ma hanno trascurato l’efficienza. I tempi lo permettevano, perché c’erano più soldi, più tempo, meno concorrenza. Oggi è tutto cambiato.
Mentalità manageriale vuol dire capacità di fissare gli obiettivi, di fare valutazioni previsionali e di definire procedure e progetti per realizzare gli obiettivi posti. Vuole anche dire saper definire le risorse necessarie, ragionare in termini di budget, di funzioni, di verifiche e, con flessibilità, di cambiamento continuo.
IL PROJECT MANAGEMENT ENTRA IN STUDIO
Se si comincia a considerare ogni problema come un ostacolo all’interno di un progetto di studio, ecco che la mentalità è cambiata e il progetto trova spazio anche nello studio professionale. Quando si ha un progetto, si deve avere anche chi lo gestisce (project manager), si deve avere un metodo per portarlo avanti (agile project management) e si deve avere un team cui attribuire funzioni per realizzare tutto insieme gli obiettivi del progetto. Metodo, disciplina, funzioni, organizzazione, procedure, verifiche, risultati e risorse diventano termini fondamentali in studio, come lo sono stati nelle organizzazioni aziendali.
Vedremo nelle prossime puntate tutti gli aspetti e le funzioni del project management per rendere lo studio professionale una vera squadra organizzata e i progetti dei veri progetti ben gestiti e performanti.
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