Correva l’anno 1902, così cominciano tutte le storie di successo. Due amici, due ragazzi di 20 e 21 anni pensano che anche una bicicletta potesse essere motorizzata: sono William Harley e Arthur Davidson. La sera, dopo il lavoro si ritrovano nel garage di casa di Davidson per montare quanto hanno immaginato: un motore artigianale sul telaio di una bicicletta.
Miracolo, funziona! Ai due presto si aggiungono William e Walter, i fratelli di Davidson, e presto il progetto esce dal garage e finisce su strada. Le cose non partono propriamente bene, in due anni sono solo 3 le “motociclette” vendute. Ma niente paura, come ogni Start up, anche questa richiede tempo e dedizione.
I primi successi
Passano gli anni e nel 1906 la sede passa dal garage ad una location più adatta, che ancora oggi è la sede storica del marchio: Juneau Avenue a Milwaukee. Passione, grinta, vision, spirito di squadra sono gli ingredienti delle giornate dei pionieri del nascente motociclismo.
Cinque anni dopo l’avvio dell’attività in forma artigianale viene depositato il marchio che oggi tutti conosciamo Harley-Davidson Motor Company e comincia la commercializzazione dei modelli. Le cose cominciano finalmente a viaggiare forte e la crescita è esponenziale, portando il marchio a divenire il più quotato al mondo. La fortuna, come in tutte le imprese di successo, ci mise poi lo zampino. Le motociclette Harley-Davidson furono dotate di un cambio a due marce, per poter portare più di una persona. Il sidecar venne di conseguenza, oltre alla sella doppia, per conducente e passeggero.
Trionfi altalenanti
La Prima Guerra Mondiale arriva presto a scombussolare i piani dei fratelli, ma
non sempre ciò che sembra un problema risulta tale nel tempo
L’esercito americano entra in guerra e necessita di veicoli potenti e che non si fermavano davanti a nulla, né fango né salite; le Harley sono perfette. Parte la produzione su larga scala. Ma ancora la strada sembra lastricata di difficoltà, proprio quando sembrava fatta. Entriamo nella Grande Depressione americana del 1929 e quasi tutti i marchi di motociclette chiudono i battenti. Harley-Davidson tiene duro. Arriva poi il più temibile concorrente sul mercato: l’automobile. È il momento in cui viene lanciato il Modello-T della Ford. Il pubblico americano se ne innamora presto a scapito delle due ruote.
Di nuovo la guerra rappresenta una opportunità per i due fratelli: con l’attacco a Pearl Harbour gli USA entrano nella Seconda Guerra Mondiale e nuovamente il marchio viene chiamato a produrre migliaia di esemplari per l’esercito. Finita la Guerra il marchio vive un momento alquanto felice in termini di fama e produzione, questa volta su scala planetaria.
A fine anni ’60 inizia tuttavia una nuova fase di crisi legata alla comparsa sul mercato delle moto giapponesi, più economiche, leggere e veloci. Negli anni ’70 la crisi finanziaria della compagnia si acuisce al punto di arrivare sul baratro del fallimento. Sembra tutto perduto, oramai.
Il potere dei “difetti”
Ma ecco che all’inizio degli anni ’80 ricomincia la rinascita: invece di puntare ad imitare i concorrenti giapponesi, bisognava ridare a questa motocicletta la sua anima. Si introducono molte migliorie tecniche e soprattutto si capisce che la via di uscita è differenziarsi sul mercato per essere competitivi. I difetti fino a quel momento percepiti rispetto alla concorrenza diventano i punti di forza su cui la comunicazione e il marketing puntano. Le vibrazioni, il rumore, il peso, le grandi cilindrate diventano uno status symbol. Nella cinematografia sono innumerevoli le apparizioni dei più famosi personaggi in sella ad una Harley-Davidson.
Cosa impariamo da questa avventura?
Tante cose, mettiamole in ordine.
- Ciò che sembra al momento una disgrazia, vista su un arco temporale maggiore può risultare una grande opportunità;
- La fortuna aiuta chi la provoca, non chi sta fermo;
- Da soli si va poco lontani, la vera forza è nella squadra, nel trovare i giusti compagni con cui fare il viaggio;
- Bisogna sempre guardare avanti e chiedersi come migliorare ciò che si ha;
- La grinta e la determinazione sono gli ingredienti necessari per ogni impresa di successo;
- Saper trasformare i punti di debolezza in punti di forza.
Chi l’avrebbe mai detto che dalla bicicletta smontata in un garage sarebbe nata una delle fortune imprenditoriali della storia, vero?!
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