Il tempo, già, il tempo per fare le cose. Tutti noi ci lamentiamo sempre per la mancanza di tempo, per averne sempre troppo poco rispetto alla quantità di cose da fare. A ben guardare, però, il fatto che il tempo sia limitato è una fortuna, perché ci obbliga ad essere più efficienti. I limiti, infatti, possono diventare i nostri migliori amici, coloro che ci indicano la strada del miglioramento, che ci permettono di fissare concreti obiettivi raggiunti i quali ci sentiremo soddisfatti e pronti per nuove sfide.
BUONI PROPOSITI
Provate a pensare cosa accadrebbe se non ci fossero limiti di tempo: tutto perderebbe valore, ci afflosceremmo e non avremmo più la motivazione ad agire, continueremmo a rimandare, diventeremmo dispersivi a livelli stratosferici. Un obiettivo infatti che cos’è? Un desiderio a cui abbiamo posto una data di realizzazione, una scadenza. Un limite, appunto. A tutti sarà capitato a capodanno di cominciare con buoni propositi, stilando una lista di cose da fare in futuro: quest’anno smetterò di fumare, mi dedicherò più tempo, andrò a prendere di più i miei figli a scuola, mi iscriverò in palestra, mangerò meglio. Ecco tanti buoni propositi. Obiettivi? Non credo proprio! Senza una data di scadenza (come lo yogurt) non può essere un obiettivo, ma resterà un vago desiderio, uno dei tanti che andrà ad ingrossare le fila dei desiderata, dei sogni e delle speranze.
Che fare dunque per evitare di perderci durante il percorso? Come rendere il tempo un alleato?
LE 3 REGOLE D’ORO
Sono 3 le regole d’oro per giungere al risultato senza perdere tempo:
- Fissare una dead line, una data di scadenza entro cui ottenere il risultato programmato.
- Avere disciplina e tenere alta la motivazione per non mollare nei momenti difficili e reagire agli ostacoli per superarli e riprendere il cammino.
- Dotarsi di un metodo, quindi di una strategia con all’interno strumenti utili per essere efficienti (non perdere risorse inutilmente) ed efficaci (portare risultati intermedi, che come gradini ci porteranno alla meta).
UNA NUOVA MENTALITÀ
Le 3 regole sopra menzionate rientrano in una nuova mentalità di cui è utile dotarsi: la mentalità del coaching. Nel coaching si lavora con strategia, con focalizzazione, con metodo e soprattutto con l’abitudine di porsi le giuste domande. La maggior parte delle persone non si pongono affatto domande, oppure queste sono generiche o del tutto fuori target; la conseguenza è che lavorano per abitudini, in modo automatico e inconsapevole. Saper porre domande e sapersi dare il tempo necessario per elaborare le soluzioni volta per volta più strategiche è la vera novità per moltissimi di noi. Andare veloce, essere frettolosi (magari con la convinzione di andare più veloci) è il vero errore che si commette. Non a caso, chi opera con strategia dedica la maggior parte del tempo a raccoglie informazioni (mappatura), a definire gli obiettivi e a definire la miglior strategia e solo dopo passa all’azione. Agire subito vuol dire applicare non la strategia migliore, ma quella già conosciuta, le abitudini. Questo ci porterà lontani dai risultati, per poi farci pensare di non essere capaci, oppure di essere sfortunati, oppure ci convinceranno che certe cose sono impossibili.
Non mi credete? Provateci e poi mi saprete dire!