In biologia l’evoluzione è il processo attraverso cui un organismo si adatta alla realtà per sopravvivere. Può essere ripreso questo meccanismo nel contesto del business? Ma certo che sì.
Il processo evolutivo in azione
Da cosa nasce il processo evolutivo? Dall’esigenza di sopravvivere. Da cosa viene innescato? Dal fallimento degli organismi più deboli, che mal si adattano alle mutate condizioni.
Dietro l’evoluzione, dunque, impariamo che c’è la selezione dei più forti, nel senso dei più veloci ad adattarsi. Charles Darwin non a caso ci ricorda che di una specie sopravviverà non il più forte o il più intelligente, ma quello che saprà rispondere meglio al processo evolutivo innescato dal cambiamento che miete vittime.
Ci serve tutto questo ad affrontare con spirito rinnovato il mutato contesto socio economico in cui il professionista oggi è chiamato ad agire? Che ne dite, io opterei per il sì.
La prima lezione
E quale lezione possiamo trarre dalla biologia? Beh, innanzitutto che è utile avere una mente aperta e presente, in modo da riuscire a cogliere ciò che la realtà propone giorno per giorno. L’alternativa? Cristallizzarsi in comportamenti (e quindi schemi di pensiero) abitudinari e in quanto tali ripetuti con il pilota automatico. Utile in un principio di economia procedurale, rischioso se adottato come stile di vita.
La seconda lezione
Poi impariamo che dedicare tempo a cercare spiegazioni è inutile, se non deleterio, dopo una certa misura. Il perché eziologico (a causa di che), quasi sempre non porta con sé la soluzione, ma la genesi del problema e la spiegazione del meccanismo che lo ha originato. Meglio dunque focalizzare l’attenzione sul “come” fare, piuttosto che sul “perché”. Più velocemente prendiamo atto, “accettiamo”, e prima cominciamo a lavorare sul processo adattivo.
La terza lezione
Una terza lezione che la natura ci offre è certamente che l’evoluzione è fatta di tentativi e non di certezze. Pensare di agire solo quando si è “certi”, porterà all’inazione. E senza azione non ci sono risultati. Senza azione non c’è feedback della realtà.
I professionisti dell’area legale (e non solo) stanno affrontando cambiamenti epocali, perché per certi versi radicali e repentini. Due fattori che con il loro mix producono un cocktail esplosivo.
Quali errori non commettere
Quali errori non commettere, dunque?
Vediamo alcuni approcci disfunzionali:
- si è sempre fatto così = aggrapparsi a ciò che ha funzionato in passato e non è affatto detto che funzioni anche ora;
- era meglio prima = vivere nel passato con una visione “nostalgica”; al di là delle valutazioni personali, tutte legittime, è disfunzionale al processo di adattamento;
- è tutto uno schifo = atteggiamento pessimista e scettico verso il futuro e le opportunità che può offrire;
- siamo in questa situazione per colpa di… = cercare colpe e procedere con giudizi, invece che con soluzioni adattive;
- è un momento passeggero = pensare che si possa tornare com’era un tempo; indietro non si torna e domani sarà diverso, meglio o peggio non si sa, ma sicuramente diverso;
- continuo così finchè non sono costretto a cambiare = procedere con il “freno a mano”, rendendo tutto più difficile;
- non ho tempo ora, poi vedrò il da farsi = rimandare, procrastinare, nascondersi dietro all’alibi della mancanza di tempo; il rischio è di dover mettere mano al cambiamento di corsa per restare competitivi.
Bene, e ora…buon lavoro!