Milioni di anni di evoluzione hanno portato a noi oggi. Pensate che il meglio della nostra specie siamo noi; il risultato di tutti gli affinamenti che nelle migliaia di generazioni precedenti la natura ha attivato per renderci più forti, più capaci di rispondere all’ambiente esterno ci hanno condotto qui.
Selezione naturale
Questo almeno finché la selezione naturale ha fatto il suo corso. Da quando sono comparse medicine e capacità di manipolare la salute, ecco che le cose sono in realtà cambiate. Certo, da un punto di vista morale, etico, sociale, tutto ok; ma da un punto di vista meramente evoluzionistico è cominciato un declino, perché non c’è più quella selezione che ha portato i migliori orsi bianchi con più pelliccia e grasso a sopravvivere ai climi rigidi, i migliori primati con miglior sistema immunitario a riprodursi e continuare la specie. Certo, detto così sembra freddo evoluzionismo, ma la natura, lo sappiamo, di morale se ne infischia e manda avanti chi garantisce maggiori probabilità di sopravvivenza alla specie. Questo è il compito del “gene egoista“, quell’elemento genetico a cui non interessa altro che la sua sopravvivenza e alla fine noi siamo “macchine da sopravvivenza”; o almeno per questo siamo stati originariamente programmati dalla natura, poi il nostro zampino ha aggiunto molto altro.
Il cervello: le 3 fasi della sua evoluzione
In questo processo evolutivo la natura per darci maggiori probabilità di sopravvivenza e di adattamento al mondo esterno ci ha fornito uno strumento niente male, il cervello, appunto. Quest’organo fantastico ha attraversato tre fasi nella sua evoluzione millenaria:
- la prima fase è stata quella del Cervello Rettile (o rettiliano), sede degli istinti di sopravvivenza (fame, sete, battito cardiaco, pressione sanguigna etc.). In questo modo la natura ci ha garantito il kit minimo di sopravvivenza su questo pianeta;
- dopo varie centinaia di migliaia di anni al mammifero uomo si sviluppa una seconda parte del cervello: il Cervello Limbico. Questo diventa la sede delle emozioni, dici la più importante è la paura, emozione con funzione protettiva. Ecco che il primate uomo comincia a provare emozioni, oltre che a vivere istintualmente;
- nella terza fase si sviluppa la Neo Corteccia Cerebrale, la parte esterna del cervello, quella grigia piena di pieghe che siamo abituati ad associare al cervello. Di questa parte è dotato nel regno animale solo l’uomo. Qui troviamo la sede delle facoltà superiori: la parola, la scrittura, il ragionamento, il pensiero logico. Questa parte del cervello è quella che ha permesso all’uomo di avere la supremazia sulle altre specie animali sottomettendole. L’uomo ha potuto così modificare l’ambiente circostante, costruire attrezzi, case, scrivere, comunicare, imparare, imitare, insegnare, trasmettere. Nasce la civiltà.
L’evoluzione si ripropone nei bambini
Pensate che le tre fasi evolutive sono le stesse che attraversa un bambino nella sua crescita: nasce e ha come parte matura del cervello solo quello rettile degli istinti di sopravvivenza (pappa, cacca, mamma, nanna). Cresce e si sviluppa intorno ai 2 anni il cervello libico (comincia a provare emozioni). Cresce ancora e comincia a svilupparsi intorno ai 6 anni la neo corteccia cerebrale (non è un caso che l’età scolare è stata fissata ai 6 anni di età). Comincia a saper scrivere, fare i conti, pensare al futuro e ricordare il passato in quelle che si chiamano distorsioni temporali (per poi cercare tutto il resto della vita di tornare all’hic et nunc, mediante yoga, meditazione etc.).
Abbiamo insomma il meglio che la natura potesse prevedere per noi, il software più testato e raffinato che esista, uno strumento di eccezionale potenza. Il punto è sapere come utilizzarlo, conoscerlo e saperlo mantenere attivo. Altrimenti è come avere una Ferrari in mano senza sapere come guidarla, conoscerne la strumentazione e quindi la potenza e le soddisfazioni che potrebbe dare.
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