La domanda è lecita visti i cambiamenti in atto nella professione. Chi ha qualche capello brizzolato racconta la propria esperienza alle prime armi presso uno Studio legale come un secondo CAR (Centro Addestramento Reclute), che ben ricorda chi ha fatto il militare.
La “vecchia” pratica come il CAR
Anche la pratica legale ha rappresentato per diverse generazioni una sorta di “centro addestramento reclute” dove, ai comandi di un caporale chiamato dominus, si apprendeva l’arte forense nella pratica, appunto. O almeno così sarebbe dovuto essere, ma non per tutti. Molto infatti dipendeva dalla sorte, che in questo caso assumeva le caratteristiche del dominus sotto cui andavamo a svolgere questo tragitto. Parliamo non a caso di tragitto, perché un tempo il 90% dei praticanti, una volta superato il fatidico esame di Stato e presi i “gradi”, salutava tutti e apriva il proprio Studio, un po’ per ambizione personale, un po’ perché il dominus poco gradiva potenziali concorrenti in casa. Gli anni passavano e il nostro avvocato, a sua volta avviata l’attività, prendeva con sé praticanti, spesso per sostituire personale di segreteria, più che per bontà d’animo.
Il dominus di un tempo navigava in solitario
Il dominus aveva il proprio progetto professionale, a cui dava il proprio nome, custodiva gelosamente i dati dell’attività e curava personalmente i clienti, in particolare quelli strategici. Era lui il fondatore, il capo, il titolare, l’Avvocato, unico riferimento di tutti per tutto.
La scelta di quale praticante era basata su elementi che oscillavano tra il caso puro, quanto l’ambiente forniva (un po’ come i nostri antenati cacciatori un paio di milioni di anni fa), timori vari di mettersi competitors in casa e qualche scelta ponderata sulle competenze (più presunte che reali). Se il praticante era troppo smart, il dominus era preoccupato che non si portasse via i clienti; se il praticante era scarso il dominus si lamentava. Di spirito di squadra, in ogni caso, neppure l’ombra. Di vision comune, non ne parliamo proprio. Di un progetto corale, neanche il nome. La piramide organizzativa vedeva il dominus al vertice, poi un vuoto e flat il resto di Studio, incasellato in compiti ben definiti e per lo più di backoffice.
Chi ha vissuto i fantastici anni ’80 e ’90 nella pratica ricorda bene e qualcuno porta ancora i “segni”.
Esiste ancora questa figura di dominus? E, soprattutto, esisterà in futuro?
Ebbene, chiediamoci ora se esiste ancora e se in futuro esisterà questa impostazione di Studio professionale. Già, perché, come abbiamo più volte sottolineato, per essere competitivi oggi è necessario non solo essere preparati, competenti, ma anche avere una squadra con cui affrontare il campionato. Il fuoriclasse, da solo, non riesci più a fare i numeri.
Oggi è tutto più complesso: velocità nelle attività, esigenze dei clienti, minor fidelizzazione, maggior competitività, globalizzazione dei servizi grazie al web…altro scenario rispetto ad un tempo, insomma. Potrà ancora aver senso la figura del dominus di Studio vecchia maniera? Oppure anche questa figura dovrà adeguarsi ai tempi, suo malgrado?
E i nuovi praticanti come si presentano alla prova della professione?
Infine, anche l’impostazione dei giovani oggi è un po’ diversa da quella di un tempo. Con il limite che ha ogni generalizzazione, molti Studi legali che seguo nella mia attività di coach mi raccontano le loro difficoltà nel selezionare giovani praticanti davvero motivati, appassionati della professione, pronti a fare sacrifici (costruttivi), a continuare a studiare e dedicarsi senza guardare troppo l’orologio e avere fretta di arrivare. Pare che oggi si oscilli tra due estremi: il praticante con approccio “impiegatizio” che cerca una sorta di stipendio fisso (soprattutto negli Studi di più ampie dimensioni) e il praticante che vuole bruciare le tappe e ha ancora in mente il film con Tom Cruise “Il socio”.
Che futuro ci attende?
Di sicuro, il futuro sarà nella squadra, nel saper creare valore dal lavoro in team anche negli studi professionali. Sarà difficile essere competitivi sul mercato senza un gruppo affiatato, di alta qualità, motivato e coeso. Il dominus, a quel punto, si sarà trasformato in un leader e un manager di Studio, che alternerà al cappellino dell’avvocato, quello del gestore di risorse, attività, progetti.
Il buon dominus di un tempo resterà sempre di più incorniciato nelle stampe appese alle pareti di Studio.