Qual è il giusto approccio alle sfide? Come gestire gli insuccessi? E degli errori e fallimenti che ne possiamo fare?
Partiamo da una frase che mi hanno insegnato i miei maestri: “tanti errori, tanti insegnanti”. L’errore in fondo cos’è? Un insegnante, a volte duro, ma onesto.
E il successo cos’è? Una serie di tentativi andati poi a buon fine. L’insuccesso? Beh, può essere legato a due storie diverse: la prima è già scritta dall’inizio e cioè il non averci neppure provato. La seconda, invece, è solo l’epilogo non fortunato: tanti tentativi senza un lieto fine. Conclusioni? Se non proviamo sappiamo già l’esito, abbiamo scritto noi la fine certa dell’insuccesso. Se proviamo e quanto più siamo caparbi, tanto più avremo creato le condizioni per il successo…che a volte, semplicemente, non arriva.
Partiamo dunque dall’idea che la vita è un tentativo, che ogni nostra azione non è altro che un tentativo verso un risultato. Impegnarsi per cercare di fare il nostro meglio per raggiungerlo è un’ottima cosa, ma muoversi solo se si è “certi che” non è un buon approccio.
Ciascuno di noi sa che più cerchiamo certezze e più non le troviamo, innescando un circolo vizioso che porta all’inattività e, alla lunga, alla demotivazione. Non parliamo poi della quantità di stress collegato all’atteggiamento del perfezionista.
La creatività, il trovare soluzioni innovative, il “buttarsi” nelle nuove situazioni richiede una certa “filosofia” di vita legata al relativizzare le situazioni e alla capacità di abbassare l’asticella del salto in alto nelle sfide, invece di alzarla come spesso facciamo.
Cosa fare dunque per aiutarci?
Sicuramente possiamo diventare i migliori alleati di noi stessi nel momento in cui prendiamo con filosofia le sfide e già in partenza ci prepariamo ad imparare dai nostri errori, invece di giudicarli. Due sono gli elementi magici di un sano approccio alle sfide:
dare il nostro meglio e viverle come un’esperienza che comunque ci arricchirà, anche se sono stati fallimenti o abbiamo commesso errori.
Cosa non fare?
Vediamo cosa non ci aiuta di certo:
- Cercare certezze abbiamo visto che non aiuta (ed è di fatto inutile, perché non esistono).
- Il perfezionismo irrigidisce le cose e rende più pesanti le esperienze vissute.
- Il giudizio non serve a nulla e ci fa solo del male, sia dal punto di vista dell’autostima, sia dal punto di vista delle performance.
Allora? In concreto come possiamo migliorare l’approccio alle sfide?
Impariamo ad allenare l’approccio alla vita come un meraviglioso esperimento, dove nessuno nasce “imparato” e dove nessuno mai ci ha garantito risultati o che sia facile. Roosevelt quando diede inizio al News Deal nel 1933 la definì come una ostinata sperimentazione!
Diamoci dentro senza timore di sbagliare e ricordiamoci sempre di coltivare la fiducia ogni giorno. Mal che vada, ci abbiamo provato!
