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Cosa sono le emozioni e perché ne diventiamo dipendenti?

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Indice dei contenuti

Che cosa sono le emozioni? Cosa producono gli stati emotivi che viviamo? Si può diventare dipendenti dalle emozioni?

Le neuroscienze hanno oramai raggiunto alcuni traguardi importanti nel capire come funziona il nostro cervello. Uno di questi attiene alla neuro plasticità, quindi al fatto che il nostro cervello è l’unico organi dell’organismo a cambiare continuamente, e l’altro  che le emozioni sono materiali, fatte di chimica, tangibili.
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Partiamo dalla neuro plasticità

Ciò che le neuroscienze hanno stabilito con certezza da tempo è che il nostro cervello si modifica fisicamente in continuazione. Ogni qual volta noi facciamo una nuova esperienza, che sia annusare qualcosa di nuovo, apprendere un nuovo concetto, conoscere una nuova persona, nel cervello si verifica un cambiamento. Questo cambiamento riguarda i nuovi cablaggi, cioè nuove reti neuronali all’interno delle quali viaggia la nuova informazione consistente in impulsi elettro-chimici Se poi ripeteremo quell’esperienza più volte, permettendo agli impulsi elettro-chimici di viaggiare più e più volte all’interno delle nuove reti neurali, allora quelle connessioni si consolideranno, rinforzandosi fino a diventare stabili e avremo così creato una abitudine e una competenza.
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Le emozioni sono qualcosa di materiale

A ciascuna emozione corrisponde una tipologia di elementi chimici – peptidi – che si producono nel nostro organismo in corrispondenza ad una determinata emozione. Vi sono così peptidi per l’ansia, la depressione, la gioia, la rabbia, la delusione e così via.
Cosa comporta tutto ciò? Che se noi viviamo molto spesso una certa emozione, un certo stato d’animo, si produrranno altrettanto spesso gli elementi chimici corrispondenti, che verranno letteralmente assorbiti dalle cellule del corpo attraverso appositi recettori. Alla lunga ciò che accadrà è che diventeremo sensibili, dipendenti, in particolare dagli elementi chimici che produciamo più di frequente, quindi dagli stati emotivi corrispondenti. Come dire: se sono spesso arrabbiato, mi abituerò ad avere in circolo i peptidi corrispondenti alla rabbia; se sono sempre triste, mi abituerò ad avere tali elementi chimici nel sangue. La conseguenza ulteriore è che quel'”abituarsi” corrisponde ad una vera e propria dipendenza. Un po’ come accade per le droghe o per l’alcool. Se nutro il mio organismo di determinate sostanze chimiche dopo un po’ ne diventerò dipendente, ne avrò bisogno.
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Cosa comporta la dipendenza dalle emozioni?

Le persone che sono sempre in ansia, vanno a cercarsi le situazioni corrispondenti, concorrono a crearle, magari inconsciamente, ma ne hanno bisogno, si sentono strani altrimenti. Chi vive costantemente sotto stress, quando va in vacanza si sente strano, perso, smarrito, perché sta vivendo emozioni diverse da quelle a cui ha abituato il proprio organismo e tenderà, soprattutto all’inizio, a ricercare le emozioni solite, anche se sono spiacevoli, ne sarà di fatto dipendente.
Chi è sempre polemico, arrabbiato, pessimista, creerà intorno a se le situazioni che produrranno quello stato d’animo a cui corrispondo i relativi peptidi di cui ha bisogno, da cui è dipendente.
Una persona che vive di problemi, se un giorno non ne ha…se li va a cercare, li crea lui stesso, perché ne ha bisogno.
Al contrario, una persona sempre di buon umore, se ha un giorno storto, non vede l’ora che finisca, perché non sopporta quello stato d’animo che non gli appartiene. Ciò di cui nutrirete il vostro organismo (e la vostra mente) avrete di conseguenza. Sta a voi decidere – sì avete capito bene, letteralmente decidere – di vivere in un certo stato d’animo piuttosto che un altro. L’esterno ha una influenza meno determinante di quanti molti pensano. Siamo noi produttori di realtà, interpreti di situazioni e creatori di emozioni.
Fate le vostre considerazioni, tenendo presente che gli stati emotivi vanno coltivati nel lungo periodo perché creino nuove connessioni neuronali, nuove abitudini e dipendenze chimiche dentro di noi.
Buon lavoro!

Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.