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Dentro la quarta rivoluzione industriale (prima parte)

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Ebbene sì, cari amici, siamo i fortunati a vivere la Quarta Rivoluzione Industriale. Alcuni, immagino, non saranno del tutto d’accordo con questa affermazione, ritenendo che stavano bene anche prima, anzi forse meglio. Ma tant’è. 

Coincisa con la fine del secondo millennio, dagli inizi degli anni 2000 ha preso avvio a pieno titolo la Rivoluzione Digitale, che sta cambiando lo stile di vita delle persone a livello mondiale. Per capire cosa stiamo attraversando e verso cosa siamo diretti dobbiamo partire dalle tre rivoluzioni industriali precedenti. Se volessimo essere più precisi dovremmo considerare anche altre rivoluzioni che l’umanità ha affrontato: dalla scoperta del fuoco all’agricoltura. Se avete modo, vi consiglio la lettura di due libri molto interessanti, entrambi di Yuval Noah HarariSapiens e Homo Deus. Scoprirete che c’è stata la rivoluzione cognitiva circa 70.000 anni fa, la rivoluzione agricola 12.000 anni fa e molte altre a seguire. Ma concentriamoci qui, per ovvie ragioni di sintesi,  sulle ultime rivoluzioni chiamate Rivoluzioni Industriali.

LA RIVOLUZIONE DELLA STAMPA A CARATTERI MOBILI

Prima di entrare nella storia degli ultimi duecento anni dell’umanità, caratterizzate, appunto, dalle rivoluzioni industriali, è d’obbligo ricordare come un momento fondamentale per la civiltà è stato il 1453, anno in cui Johann Gutenberg, orafo, servendosi della tecnica utilizzata per incidere i metalli, inventò la stampa a caratteri mobili. Potete immginare l’impatto dirompente che ebbe questa scoperta. Fino ad allora pochissimi erano in grado di leggere e scrivere e i testi erano rari e di solito custoditi in monasteri e biblioteche di nobili. La cultura era, dunque, appannaggio di pochi, che la utilizzavano a proprio vantaggio contro il popolo che non aveva di fatto diritti e quelli che aveva non sapeva di averli e non poteva difenderli. La scoperta aprì le porte alla riproduzione su vasta scala di scritti e permise ad una vasta platea di persone di acculturarsi. Nacquero le università, i corsi di studio e di lì a poco avremo periodi storici cruciali per la civiltà: Rinascimento, Umanesimo, Illuminismo fino all’epoca dei nuovi Stati e alle rivoluzioni industriali di cui parleremo tra poco.

LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Siamo nella seconda metà del 1700 in Inghilterra e una nuova tecnologia si affaccia alle porte del mondo, cambiandone per sempre le sembianze. Parliamo dell’Industria 1.0, o Prima Rivoluzione Industriale, dove la meccanizzazione comincia a sostituire il lavoro fisico e muscolare di uomini e animali. Pochi anni dopo questa nuova tecnologia delle macchine era sbarcata negli Stati Uniti d’America. Il vapore era la forza motrice e l’economia artigiana comincia ad essere sostituita da quella industriale delle macchine nei processi produttivi. Dai tessuti alla lavorazione alimentare, dall’agricoltura all’estrazione di carbone e metalli nelle miniere, tutto velocemente passò dal lavoro dell’uomo a quello delle macchine, più veloci e instancabili. L’apice dell’utilizzo delle macchine a vapore fu rappresentato dalle locomotrici a vapore e dal conseguente estendersi della rete ferroviaria che collegava regioni e paesi. Velocità, aumento delle quantità, riduzione delle distanze e nuovi mezzi di trasporto accelerarono la crescita economica dei Paesi in tutto il mondo.

LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Siamo nel 1870, quasi un secolo dopo l’introduzione delle macchine a vapore e di nuovo la Gran Bretagna è la grande protagonista, ma questa volta in compagnia di Stati uniti e di Germania. Due grandi scoperte rivoluzionano la macchinizzazione dell’epoca precedente: l’energia elettrica e il petrolio. Viene abbandonato il vapore come forza motrice, per essere sostituito con elettricità e motore a scoppio alimentato con il petrolio e i suoi derivati. Questa è la vera prima rivoluzione tecnologica, con l’invenzione di macchine elettriche, più efficienti e più convenienti. Aumenta la produzione in ogni settore, si da avvio alla produzione di massa, ai primi veri processi produttivi, con stoccaggio delle materie prime, magazzino e vendita su larga scala, finchè l’ingegnare americano Frederick Taylor introdusse quella che rimarrà nota come “catena di montaggio”, che Henry Ford utilizzò appieno nelle sue fabbriche. Ottimizzazione dei processi produttivi, dunque, per dare inizio alla fabbrica moderna e alla produzione di massa. Quella descritta è stata l’Industria 2.0.

LA TERZA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Ci avviciniamo ai giorni nostri passando dall’Industria 3.0. Passa un altro secolo dalla precedente rivoluzione e ci troviamo nel 1970 dove ha inizio la prima era dei computer. Nota come Rivoluzione Digitale vede dapprima i computer della IBM di dimensioni enormi rispetto a quelli attuali, con memoria programmabile che man mano cominciano ad integrarsi con i processi produttivi industriali affiancando il lavoro umano. Anche se anno dopo anno l’innovazione ridurrà le dimensioni dell’hardware e migliorerà le performance dei software, ancora oggi molte aziende e imprese utilizzano nei processi produttivi questa tipologia di computer e i robot programmati pe svolgere attività da soli al posto dell’uomo. Nasce dunque l’industria elettronica con maggior autonomia delle macchine-robot, maggior precisione e durata, automazione di processi, supervisione e monitoraggio degli stessi. In tutti i settori ben presto la rivoluzione tecnologica porta ad una sostituzione dell’analogico con il digitale. Computer e robotica diventano i pilastri dei processi produttivi dell’Industria 3.0.

LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Ed eccoci ai giorni nostri: l’Industria 4.0. Internet, l’automazione, IoT, Intelligenza Artificiale, Cloud Computing, Big Data, Metaverso e Blockchain ne sono i pilastri. Avviata alla fine del secolo scorso e con accelerazione costante di anno in anno, fino ad arrivare alla Pandemia, che ha rappresentato un punto di svolta decisivo, le nuove tecnologie di comunicazione basate sulla Rete Internet (Web, Social Network, Cloud Computing, IA) stanno nuovamente ridisegnando i processi produttivi, ma anche lo stile di vita delle persone e la struttura sociale e geopolitica del mondo. Se l’uomo prima era affiancato nel suo lavoro da macchine elettroniche e sistemi gestionali, ora comincia ad essere sostituito. Se prima i sistemi di comunicazione servivano ad interagire, ora servono a gestire e condurre l’opinione pubblica. Stanno cambiando tempi e processi produttivi, modalità di distribuzione e stoccaggio, monitoraggio e gestione dei flussi. Tutto passa dalla dimensione cyber, dal machine learning e dall’intelligenza artificiale e utilizza reti cloud computing. Questa nuova rivoluzione industriale sta anche prendendo atto dell’impatto generato dalle precedenti rivoluzioni industriali sull’ambiente, facendosi carico di porre rimedio alle conseguenze catastrofiche che già si manifestano a livello ambientale e climatico. Nell’Industria 4.0 i temi della sostenibilità viaggiano di pari passo con l’evoluzione tecnologica. Lo sviluppo sostenibile dell’Industria 4.0 poggia sulla ecosostenibilità sulla sostenibilità sociale e sul profitto economico come tre elementi che devono viaggiare insieme. Altre grandi esigenze e problematiche sono poi emerse con queste nove tecnologie: privacy, cyber crime, disparità sociali.

LA QUINTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE È DIETRO L’ANGOLO

Non pensate che ci fermeremo qui, vero?! Si parla già di quinta rivoluzione industriale, che potrebbe rappresentare la maturità della quarta: sostituzione delle macchine a motore termico con quelle elettriche e ad idrogeno, completa autonomia di processi produttivi da parte di macchine dotate di intelligenza artificiale, nascita di nuove professioni, insomma sancirà il passaggio dall’industria digitale alla società digitale.

Ricordo ancora una frase letta anni fa e rimasta impressa: “se un tempo una rivoluzione attraversava più generazioni, oggi una generazione vede più rivoluzioni“. Eccoci all’ennesima rivoluzione alle porte, cari amici.

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Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.