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Sembrava solo un film di fantascienza, di quelli con Harrison Ford o Will Smith,
e invece sta diventando realtà.

In men che non si dica
avremo tutti dei colleghi robot.

Il nome c’è già: cobot.
La crasi tra collega e robot.

Per molti si stava meglio quando si stava peggio;
per altri c’è tristezza a pensare verso cosa stiamo andando.

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Il 2020 è l’anno zero per l’Intelligenza Artificiale.
Gia, perché è già tutto pronto.

La tecnologia software sta facendo passi da gigante giorno dopo giorno e anche l’hardware.

Certo, prima di arrivare alla fase di antropoformizzazione a cui siamo abituati nei film ci vorrà ancora un pochino, ma non è così lontano.

Sono partiti dal software per renderlo intelligente, cioè con capacità di auto apprendimento, e ci sono riusciti; ora stanno lavorando all’intelligenza emotiva dei software, e ci riusciranno.

Poi passeranno alle sembianze umane dei robot e di sicuro riusciranno in questa impresa.

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QUANTO CONTA L’INTELLIGENZA EMOTIVA?

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Et voilà, ecco il nostro nuovo collega, uomo o donna sarà un’opzione che potremo scegliere.
Ed ecco il primo punto positivo.

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Non avrà un carattere come siamo abituati a vedere nelle persone,
o quantomeno non avrà un brutto carattere.
Ed ecco il secondo punto positivo.

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Questo vuol dire che non sarà permaloso,
non si lamenterà in continuazione del troppo lavoro o dell’essere eternamente sottostaffati.
Terzo lato positivo.

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Potremo attivarlo al bisogno e disattivarlo, magari dicendogli AZ1 (questo potrebbe essere il suo nome di fabbrica) ora taci. E lui/lei smetterà di parlare
Quarto elemento positivo.

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AZ1 sarà fedele e non ci lascerà dall’oggi al domani per una paga di 50 euro in più.
Quinto lato positivo

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AZ1 continuerà ad imparare e non si siederà sugli allori, ne sulle abitudini consolidate, soprattutto quelle cattive.
Sesto lato positivo.

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Potremmo continuare a lungo con i lati positivi. 

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Certo, sento già chi alza il dito per dire si ma l’umanità, il calore anche delle liti, le discussioni in riunione, insomma il contatto umano dove lo lasciamo?

Ma per quello c’è casa!

Si tratta solo di aspettare il rientro a casa per litigare con qualcuno, per abbracciarsi, per ridere e scherzare, perché grazie ai nostri cobot, probabilmente le cose in ufficio andranno meglio e potremo tornare a casa prima per discutere con chi vogliamo. 

Si stima che nei prossimi anni il giro d’affari dei cobot aumenterà del 1600%.

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Sapete che vi dico?
A me questo futuro non dispiace affatto, anzi!

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Caro AZ1, ora comincio
a pensare al nome che ti darò!

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Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.