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Crisi o impreparazione? Perché molti chiudono in un batter d’occhio

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Vivo tra una piccola città e Milano. Le mie radici mi richiamano alla tranquillità di una piccola cittadina ogni qual volta mi fermo dalla frenesia di una Milano fantastica per lavorare e piena di stimoli, ma sicuramente un po’ logorante. Ebbene, da diversi mesi noto che stanno aprendo nella mia piccola cittadina locali e negozi. Tuttavia, la sensazione che mi accompagna quando vi passo davanti è: ma dove vogliono andare così?. Vedo bar improvvisati senza nulla di innovativo, senza un senso che ne giustifichi la presenza e la vitalità; vedo negozi in posizioni della città assurde, oppure con presentazioni (o partire dalla merce in vetrina) di dubbio gusto.

Impreparazione e improvvisazione

La mia sensazione mista a preoccupazione per chi si è lanciato in questa avventura senza paracadute, aumenta quando entro in questi locali. Si capisce al volo che nel migliore dei casi è stata la passione a spingere i gestori a provarci; in altri  casi è stata la disperazione o un vago senso di speranza. Ma altrettanto forte si capisce che non c’è dietro un progetto solido, ben ponderato, una strategia di azione, una vision. Mi chiedo infatti che futuro, economicamente parlando, possano avere alcuni negozi, per esempio di sigarette elettroniche quando sarà finita la moda del momento, oppure alcune cartolerie che vendono bellissime scatole (costosissime, tra l’altro) e carta per impacchettare regali. E potremo andare avanti con altre specialità che sto vedendo nascere come funghi dal due al tre.

L’importanza della preparazione

La passione è una bellissima cosa, così come l’entusiasmo. Perché possa concretizzarsi in un progetto che funzioni sul lungo periodo e produca soddisfazioni economiche e non solo, è necessario che innanzitutto vi sia una strategia alla base, un business plan, una preparazione sulle competenze necessarie per svolgere quella determinata attività. Penso, per esempio, ad un bar che ha recentemente aperto e che questa mattina ho voluto con speranza provare. Risultato? 5 minuti per avere un caffè, con i due dietro il bancone in evidente affanno e il bancone pieno di tazzine di chi aveva già consumato… poca preparazione, poca dimestichezza, poca organizzazione. Auguro a questi ragazzi tutto il bene del mondo, ma sarà utile che facciano velocemente un salto di qualità nel servizio, altrimenti la gente a breve non entrerà più…e poi si parlerà di crisi come causa del fallimento…

Capacità relazionali: fondamentali

Ultima considerazione riguarda non solo chi si mette in proprio poco preparato. L’anno scorso ho comprato l’auto e se faccio il bilancio della dozzina di venditori di auto che ho conosciuto nella mia ricerca della concessionaria giusta è deprimente. Siamo oscillati tra incapaci totali (a volta anche solo di esprimersi in un italiano corretto), a persone poco competenti del prodotto che alla seconda domanda rimanevano perplessi, a venditori ruvidi nei modi come li stessi infastidendo… Poi dicono che l’auto è in crisi…beh se cominciassimo a mettere venditori preparati, simpatici e in gamba, già un piccolo passo lo avremmo fatto.

Infine, stavo cercando un nuovo ufficio e mi sono rivolto ad alcune agenzie immobiliari. Anche qui non posso dire che la simpatia sia la loro prima caratteristica; alla seconda domanda si capisce dal tono che sono già infastiditi. Non vi dico poi quando si apre la fase negoziale gli skills quali siano. Anche in questi casi mi sono portato a casa una sensazione di approssimazione e di pressapochismo sconcertanti.

Che fare quindi?

La crisi c’è, non c’è dubbio. Le difficoltà ci sono, è innegabile. Certo è che se nelle start up non ci si prepara e costruisce un progetto, se nella propria attività non si investe nella preparazione tecnica e non solo allora la crisi diventa un alibi che copre altre cose.

Non si può più oggi affrontare un’impresa imprenditoriale come si faceva trent’anni fa. Ci vogliono idee nuove, ci vuole passione, dedizione, preparazione, progetto. L’improvvisazione se un tempo ha fatto la fortuna di molti, oggi dubito che possa portare risultati importanti.

Buon Anno a tutti e prepariamoci bene prima di intraprendere un progetto!

Ricordiamoci di Abramo Lincoln: Se mi chiedessero di abbattere un albero in otto ore, sei le passerei ad affilare l’accetta.

Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.