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Cos’è la felicità? Re-innamorarsi di se stessi può aiutarci

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Sapete amarvi, autenticamente, oppure siete principalmente preoccupati di cercare situazioni che vi facciano stare tranquilli (quindi lontani dalla paura)? Sono state molte nell’ultimo periodo le richieste di coaching di chi, finita una relazione, si è sentito perso, senza sapere da dove ripartire; di chi, in quel momento di debolezza, ha dovuto fare i conti con la bassa autostima e con il “giudice interiore” che implacabile non ci lascia tregua.

Da dove si riparte in questi casi? E come?

Da sé stessi è la risposta che sentiamo più spesso. Vero, ma dirlo è una cosa, farlo è un’altra. All’atto pratico, cosa vuol dire ripartire da se stessi? Vuol dire pensare a sé? Sì, ma questo non fa certo sentire meno soli, oppure meno spaventati per il futuro incerto che si palesa davanti.

Vediamo allora, con semplici passaggi molto concreti come si può ripartire dopo una delusione di una relazione, soprattutto per chi non è “capace” di stare un po’ da solo, perché non lo ha mai fatto, o perché è da tanto tempo che non prova questa sensazione sgradevole di solitudine.

Insieme per non stare soli

Immagino che molti di voi che in questo momento stanno leggendo queste righe conoscano amici che stanno insieme a qualcuno prevalentemente per non stare da soli, per la paura del rimanere soli che terrorizza molti.

Partiamo col dire che a tutti piace essere amati, avere qualcuno che pensa a noi, qualcuno da telefonare nei momenti belli e in quelli brutti. A dispetto dei single incalliti e orgogliosi la “solitudine” non è una condizione naturale e non piace a nessuno. Partiamo dunque da qui.

Il secondo passo da compiere è nella distinzione del perché cerchiamo qualcuno e vogliamo stare insieme.

La solitudine è come una lente d’ingrandimento:
se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.
(Giacomo Leopardi)

L’altra persona che agogniamo una necessità per colmare qualcosa, per rispondere alla “paura di”, oppure è il desiderio di aggiungere a ciò che abbiamo qualcosa che da soli non possiamo avere? Quindi, tornando alle nostre lezioni di coaching, è la “leva via da” a guidarci, oppure la “leva verso”? La leva della paura o quella del desiderio? Le due strade non portano certo nella stessa direzione: la prima è reattiva, la seconda è proattiva. La prima ci allontana da qualcosa, speso senza verificare bene dove stiamo andando, la seconda ci conduce verso qualcosa che invece vogliamo davvero per quello che è.

Punta su di te con il coaching!

Una nuova mentalità, nuovi strumenti.

Soli anche se insieme

È difficile trovare la felicità insieme a qualcuno, se prima non riusciamo a stare bene con noi stessi; così come è difficile riuscire e donare il meglio di noi, se prima questo meglio non riusciamo a viverlo e apprezzarlo prima di tutto noi stessi. Tanti sono gli esempi di coppie che si reggono in piedi come due carte da gioco appoggiate l’una all’altra, in un precario equilibrio di bisogni e paure.

Quindi: da dove ripartire dopo una delusione?

Dall’amore verso se stessi. Re-innamorarsi (o per alcuni, innamorarsi per la prima volta) di se stessi è un passaggio importante per costruire le basi di un futuro rapporto felice. Cosa vuol dire, quindi, re-innamorarsi di se stessi? Vuol dire rallentare un attimo, dare spazio alle proprie emozioni, prendersi cura di sé nelle piccole cose, come nelle grandi. Vuol dire scoprire come perdonare i propri errori e volersi bene lo stesso (anzi di più); come far pace con i propri difetti fisici e caratteriali; come tornare a sognare a qualunque età un posto migliore dove stare: il proprio futuro.

Il futuro è un progetto e dipende da noi

Nella nostra cultura, intrisa di morale e moralismi, innamorarsi di se stessi viene associato all’egoismo. Vero, ma un sano egoismo, quello che permette poi di essere autenticamente altruisti, invece che ipocritamente altruisti. La vera prima responsabilità che abbiamo è verso noi stessi, per rendere questo viaggio di sola andata il più interessante, ricco e meraviglioso possibile.

Innamorarsi di se stessi non vuol dire sbattere in faccia agli altri ciò che ci piace e farsi i fatti propri. Al contrario: vuol dire essere autentici, pieni, allegri, aperti a condividere con gli altri ciò che ci piace, senza cercare di cambiare nessuno e di imporre niente a nessuno. La felicità in una relazione è una combinazione chimica naturale e non forzata.

Ci vuole tempo? Chissà, forse. A ciascuno il suo tempo. Il resto è caso, fortuna, legge di attrazione. Certo è che ne vale la pena. È la che dobbiamo puntare, al poterci dire: ho aspettato, con coraggio, ma oggi so che ne è valsa la pena.

La felicità è un’attitudine

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La felicità, la pienezza, la realizzazione, l’amore, la serenità, sono momenti e sono dappertutto. Un concerto, una mostra, una partita di calcio, un balletto, un bel film, una serata con gli amici, una notte di passione, le coccole del proprio cane, un buon caffè, le polpette col sugo della nonna, un tramonto, un gesto di generosità, gli occhi di gratitudine di uno sconosciuto, il sorriso del barista al mattino, la spaghettata una sera d’estate, l’odore della pastiera napoletana, una corsa al mattino con la tua musica preferita, la scia di profumo affascinante, uno sguardo complice.

Abbiamo dimenticato cosa sia guardarsi l’un l’altro, toccarsi, avere una vera vita di relazione, curarsi l’uno dell’altro. Non sorprende se stiamo morendo tutti di solitudine.
(Leo Buscaglia)

Insomma, la fine di una storia può essere una grande opportunità per scoprire o riscoprire che la vita è bella perché è fatta di mille occasioni quotidiane per essere felici e stare bene. Anche quel senso di solitudine e quel disagio del sentirsi al momento soli sono un’ottima fenditura attraverso cui raggiungere più velocemente se stessi, coccolarsi, riscoprirsi e reinnamorarsi di chi siamo diventati oggi, per poi, fatta pace, ripartire meglio di prima con chi avrà voglia di condividere con noi, senza volerci cambiare a sua immagine e somiglianza.

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Mario Alberto Catarozzo - Founder Partner & CEO MYPlace Communications

Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.