L’Intelligenza Artificiale (AI) sta rapidamente trasformando il mondo del lavoro e delle professioni; la professione del consulente del lavoro è una delle più coinvolte in questo cambiamento epocale. Ci sono sempre più software basati su algoritmi di machine learning che sono in grado di automatizzare attività un tempo svolte manualmente, come la gestione delle buste paga, il calcolo delle retribuzioni, la compilazione dei modelli fiscali e contributivi.
Vediamo dunque come sta influenzando in concreto questa tecnologia di ultima generazione il settore dei consulenti del lavoro. Cerchiamo, inoltre, di capire quali sono le potenzialità che presenta e le sfide che si dovranno superare. Siete pronti? Partiamo!
I VANTAGGI
Partiamo dai vantaggi. I benefici dell’adozione di sistemi di AI nella professione del consulente del lavoro sono molteplici:
- velocizzazione delle attività ripetitive e che richiedono elaborazioni matematiche;
- riduzione degli errori umani;
- ottimizzazione dei tempi e possibilità di dedicarsi ad attività a maggior valore aggiunto.
- possibilità di processare grandi moli di dati in tempi rapidissimi;
- possibilità di individuare pattern e anomalie difficilmente riscontrabili dall’occhio umano.
Questi sono alcuni dei vantaggi, ma a ben vedere le aree su cui l’AI apporterà significative novità sono ancora più importanti, eccole a voi.
AUTOMAZIONE DEI PROCESSI
La capacità della AI di automatizzare compiti ripetitivi è sorprendente. Nel contesto del consulente del lavoro, ciò significa che attività come la compilazione di moduli, la verifica di documenti o l’analisi di grandi volumi di dati possono essere eseguite in modo più rapido e preciso da un algoritmo piuttosto che manualmente. Questo non solo fa risparmiare tempo, come abbiamo visto sopra, ma riduce anche il margine di errore.
ASSISTENZA NELLA CONSULENZA
L’attività del consulente del lavoro ha una parte che possiamo definire routinaria o ripetitiva, ma ha anche molte altre attività che richiedono continuo studio e aggiornamento, in particolare, se entriamo nel campo della consulenza. La ricerca delle pronunce giurisprudenziali, di normative e di articoli accademici è una componente fondamentale del lavoro di un consulente. Grazie all’AI, questo processo può essere notevolmente accelerato. Gli algoritmi possono scansionare rapidamente enormi database giuridici per trovare le informazioni rilevanti, rendendo la ricerca più efficiente e accurata.
GESTIONE DEI CLIENTI
Uno degli aspetti che richiede più tempo e distoglie dalle attività quotidiane in uno studio di consulenza del lavoro è la gestione della clientela: email, telefonate, incontri di persona, messaggi. L’interazione con la clientela è continua e “porta via” – come si suol dire – molto tempo. Gli strumenti basati sull’AI, come i chatbot, potrebbero fornire risposte immediate alle domande dei clienti, offrendo un servizio clienti 24/7. Questo non solo migliorerebbe l’efficienza, ma potrebbe anche aumentare la soddisfazione del cliente, quella che oggi si chiama “customer satisfaction”. I chatbot hanno raggiunto un livello di precisione e completezza tale da essere oggi in grado di fornire assistenza ai clienti rispondendo a domande frequenti e interagendo con un linguaggio naturale, ben diverso dai chatbot di solo qualche anno addietro, che risultavano molto “meccanici” nelle risposte.
I RISCHI
Naturalmente, l’implementazione dell’AI non va esente da criticità: i consulenti del lavoro devono vagliare attentamente quali attività delegare alle macchine e quali mantenere per sé, perché ancora ad oggi è necessario l’intervento umano; le macchine, per quanto evolute, non sono ancora in grado di sostituire (per fortuna, potremmo aggiungere) completamente l’essere umano.
Le criticità maggiori sono di tipo etico e legale. Sono ancora presenti possibili discriminazioni o errori degli algoritmi, per cui non è possibile affidare alle macchine completamene dei compiti senza una supervisione attenta. Inoltre, ricordiamoci che i risultati sono legali agli input che gli vengono dati dall’essere umano, per cui prima di affidarsi a questi sistemi sarebbe meglio studiare come funzionano e prendere la mano nel loro utilizzo.
LA FORMAZIONE
Se da un lato è utile che il consulente del lavoro e i suoi collaboratori imparino a conoscere e ad usare l’AI, è inoltre utile che continuino anche a studiare, ad aggiornarsi, sulle proprie materie, in modo da non commettere l’errore di affidare alcuni compiti esclusivamente alla AI perdendo nel tempo competenze.
Per quanto riguarda la formazione sulla AI e sul suo utilizzo consiglio il corso di formazione MASTER IN BUSINESS di MYPlace Communications, dove Mario Alberto Catarozzo formerà i partecipanti su tutte le competenze manageriali e imprenditoriali oggi indispensabili per i professionisti e i collaboratori. Nel percorso in 10 moduli, verranno approfondite anche le tematiche dedicate alla Intelligenza Artificiale nella professione, agli strumenti da utilizzare e alle modalità migliori per utilizzarli efficacemente. Per saperne di più vai su MASTER IN BUSINESS
CONCLUSIONI
Se governata responsabilmente, l’Intelligenza Artificiale potrà supportare l’evoluzione della professione del consulente del lavoro, permettendogli di creare ancora più valore per aziende e lavoratori; permettendogli inoltre di risparmiare tempo e risorse, di migliorare il clima interno e di aumentare la marginalità di guadagno. Come tutti gli strumenti, tuttavia, vanno conosciuti, saputi gestire e resi delle risorse eccellenti per la professione. Il rischio di utilizzarli senza saperli usare è alto, infatti. L’errore è dietro l’angolo, così come la brutta figura con il cliente e così come lo stress conseguente. Meglio prima imparare e poi utilizzare efficacemente.
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