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Come chiedere l’aumento di stipendio? Le tre regole

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Indice dei contenuti

Tutti speriamo che il nostro capo si accorga di quanto portiamo all’azienda e al business e di conseguenza ci proponga una crescita professionale.

Tutti noi speriamo in un percorso di crescita all’interno di una organizzazione, che abbia nuove sfide professionali e riconosca nuove soddisfazioni economiche. In altre parole,

vogliamo crescere e guadagnare di più

Non sempre, però, le cose vanno come vorremmo; non sempre si accorgono del nostro valore e non sempre, una volta accortisi, ci premiano come spereremmo.

In questi casi siamo noi che dobbiamo fare un passo avanti e far presente il nostro valore, come siamo cresciuti nel tempo e quanto oggi valiamo.

Siamo noi che dobbiamo saper creare le condizioni per essere giustamente valorizzati sia dal punto di vista economico, che funzionale.

Come fare allora? 

Ecco le tre regole fondamentali da seguire per non commettere errori e per creare le migliori condizioni utili ad ottenere il riconoscimento sperato.

Cos’è un feedback efficace?

Vediamo quindi come comportarci e quali regole seguire per chiedere l’aumento al nostro capo.

PRIMA REGOLA D’ORO: PARLATE DI VOI

La prima regola consiste nel focalizzare il discorso su di noi e su nessun altro.
Il modo corretto di impostare la relazione con il nostro capo è parlare di noi, del nostro valore oggi, di quanto siamo cresciuti e vogliamo crescere, evitando ogni forma di polemica, diretta o indiretta.

Quindi sarà corretto dire, per esempio: “penso oggi di aver raggiunto quanto richiestomi….”; “sento di essere cresciuto molto negli ultimi anni e ora…”, “credo di portare all’organizzazione un valore importante oggi, frutto dell’esperienza di questi anni…”.

Da evitare, invece, assolutamente ogni riferimento a terzi, colleghi, capi azienda che sia.
Per esempio è sbagliata una impostazione tipo questa: “sento che l’azienda non mi valorizza abbastanza…”; “mi sento poco considerato dal team…”; “altri nella mia stessa condizioni hanno…”; “non mi sento apprezzato da lei…” etc.

Ogni impostazione di questo tipo focalizza l’attenzione su una mancanza del capo che si ha davanti, o dell’azienda che il capo in quel momento rappresenta.
Nel dire, per esempio “altri guadagnano di più…” si sta in altre parole dicendo che l’azienda è ingiusta, che il capo non sa valutare o fare il capo.

Capite bene che se partite con una accusa, velata o esplicita, non andrete lontano: il vostro capo si irrigidirà e poi, a seconda del carattere, reagirà attaccando o fuggendo.
In ogni caso, lo scopo che voi volete raggiungere non sarà realizzato.

SECONDA REGOLA D’ORO: METTETE IN POSITIVO

La seconda regola consiste nel mettere sempre in positivo la vostra richiesta.
In sostanza, dovete impostare il discorso chiedendo e non lamentandovi di non avere o avere avuto.

Per esempio, è corretto parlare in questo modo: “penso di portare un valore oggi maggiore di 5 anni fa e mi piacerebbe che anche il mio compenso fosse aggiornato al valore che porto…”; “sento oggi di valere molto di più di quando sono entrato…”; “ho l’ambizione di crescere e quindi di vedere una progressione anche economica, dal momento che sento di…”.
Non vanno invece usate locuzioni strutturate in negativo: “non mi sento valorizzato…”; “non sento di avere sbocchi…”; “non è giusto che….”.

Capite che se impostiamo in positivo il discorso stiamo dando una direzione e chiedendo qualcosa che aspetta una risposta; invece, se impostiamo il discorso in negativo ci stiamo solo lamentando, polemizzando, dicendo cosa non va e non come vorremmo che andasse.

TERZA REGOLA D’ORO: PARLATE DI ORA

La terza regola è dare un frame temporale al vostro discorso.
Si tratta in sostanza di collocarlo nel presente, ora.

Va bene impostare il discorso in questo modo: “penso di essere oggi…”; “sento di aver raggiunto ora…”; “mi incentiverebbe molto ora sentirmi…”. Sbagliato, invece, è l’impostazione: “non sono mai stato…”; “da tempo aspetto…”; “speravo che prima o poi”.

In questi casi state polemizzando sotto sotto, perché state dicendo al vostro capo che finora ha sbagliato e che non sa fare il capo.
Invece dovete evitare questo risvolto (anche se lo pensate in cuor vostro tenetelo per voi) e focalizzare l’attenzione solo sul momento presente, in modo che non sembri che fin qui abbia mal gestito la risorsa, ma che ora può gestirla bene intervenendo.

Ecco le tre regole d’oro per chiedere l’aumento senza incorrere in conflitti con il vostro capo.
Infine, ricordate che

il vostro capo è pagato anche per dedicare tempo alla vostra crescita e alle vostre richieste;

pertanto, non gli state rompendo le scatole – come molti temono – perché state andando a parlargli.

Non solo è un vostro diritto, ma è un suo dovere.

Adesso avete le regole giuste per muovervi: cosa aspettate, andate a chiedere l’aumento che vi spetta!

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Mario Alberto Catarozzo

Formatore, Business Coach professionista e Consulente, è specializzato nell’affiancare professionisti, manager e imprenditori nei progetti di sviluppo e riorganizzazione.
È fondatore e CEO di MYPlace Communications, società dedicata al marketing e comunicazione nel business. Nella sua carriera professionale è stato dapprima professionista, poi manager e infine imprenditore. Per questa ragione conosce molto bene le dinamiche aziendali e del mondo del business. Si è formato presso le migliori scuole di coaching internazionali conseguendo le maggiori qualifiche del settore.
Collabora con Enti, Istituzioni e Associazioni professionali e di categoria e lavora con aziende italiane e internazionali di ogni dimensione, dalle pmi alle multinazionali.
È autore di numerosi volumi dedicati agli strumenti manageriali e di crescita personale e professionale. È direttore della collana Studi Professionali di Alpha Test Editore e autore de “Il Futuro delle professioni in Italia” edito da Teleconsul editore.
Professional Certified Coach (PCC), presso la International Coach Federation (ICF).
Per sapere di più sulle attività di formazione, coaching, consulenza e marketing visita i siti:

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Per info e contatti: coach@mariocatarozzo.it.