Prendiamo spunto dall’articolo di Marino Longoni su Italia Oggi Sette (23 luglio 2018) dove si affronta il tema della sfida hi-tech che coinvolge il mondo delle libere professioni. Che impatto avrà l’economia digitale sul futuro delle professioni più tradizionali, quali quelle legali? Avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro, notai si stanno preparando a questa sfida?
Email prima, pec, processo telematico dopo e fatturazione elettronica alle porte stanno mettendo in crisi le modalità vecchio stampo di gestire la professione e il rapporto tra cliente e professionista. Se poi si aggiunge la nuova comunicazione che viaggia sui byte digitali di Internet e si sviluppa tra i social, ecco che il quadro si complica ulteriormente. Chi sa prevedere cosa accadrà?
Cosa attendersi dal futuro
Di sicuro, l’unica certezza che abbiamo è che il cambiamento non si fermerà e che questo è solo l’inizio di una nuova era per le professioni. Abbiamo più volte affrontato l’argomento in questo blog e i nostri lettori sanno che il modo migliore per affrontare il cambiamento è prendere in mano la situazione e andare incontro con propositività. Come sa chi gioca a tennis, la pallina non si attende mai a fondo campo, ma le si va incontro scegliendo il momento migliore per colpirla e mandarla di là bene. Stessa cosa con il cambiamento: non si attende passivi, speranzosi, impauriti. Ciò che dobbiamo fare è cercare di capire cosa sta accadendo mappando la situazione. In concreto ciò vuol dire ascoltare le richieste dei clienti, osservare le dinamiche del mercato, comprendere cosa e come possiamo rispondere in modo nuovo e più efficiente.
Niente giudizi: sono inutili e fuorvianti
Inutile giudicare, spendere tempo a lamentarsi o ad opporre resistenza. Bisogna invece accettare le cose per come stanno e partendo da lì cercare di portarle il più vicino possibile a come vogliamo che diventino. L’accettazione (atto emotivo, prima che cognitivo) è il primo passo verso la possibilità di imprimere al cambiamento la direzione da noi voluta. Il giudizio, invece, è una strategia funzionale all’inerzia: invece di comprendere e poi agire, mi lamento e faccio un sacco di fumo per rimanere immobile, sperando che le cose si mettano a posto da sole…
Come rendere il futuro nostro. Ecco il metodo da coach!
Da coach che lavora tutti i giorni con centinaia di professionisti e studi professionali, posso assicurarvi che l’unico approccio vincente è il seguente:
- Fermatevi e prendete tempo: datevi tempo per vedere, ascoltare, pensare.
- Raccogliete informazioni da clienti, colleghi, quotidiani, Internet.
- Sospendete ogni tipo di giudizio, è inutile e addirittura fuorviante. Le cose stanno così e basta.
- Accettate ciò che sta accadendo, ciò che vedete intorno a voi, così da poter partire da lì.
- Definite la vostra vision, come vi vedete da qui a 5 anni. Definite la posizione che volete occupare sul mercato legale, come volete distinguervi dagli altri competitors.
- Sviluppate un piano di azione fatti di passi concreti e definite le priorità dando una temporizzazione (timing).
- Fermatevi ad ogni conquista per consolidarla e per verificare se introdurre correttivi.
- Ricordatevi che ci vuole costanza e determinazione: non basta fare, bisogna continuare a fare.
- Celebrate i successi, imparate a godere di quanto avete ottenuto per renderlo benzina per il viaggio successivo.
Bene, adesso avete il metodo utile per rendere il futuro il vostro futuro!
Buon viaggio e condite tutto con curiosità, capacità di meravigliarsi, entusiasmo. In fondo a tutto ricordatevi che non c’è nessuno che ci darà una coppa come premio; c’è purtroppo per tutti una targa…Ahimè.
E allora godetevi il percorso mentre raggiungete le vostre mete!