Con la Riforma forense del dicembre 2012 il tema delle specializzazioni è stato ufficialmente introdotto nell’Avvocatura come un ulteriore elemento di diversificazione e di attestazione competenze per il giurista. A dire il vero il tema non è certamente nuovo, tant’è vero che nel 2010 già il CNF aveva emanato un regolamento (poi oggetto di sentenza del Tar Lazio nel 2011) indicante le 11 aree di specializzazione forense, chiarendo il percorso necessario per ottenere tale qualifica specialistica (“avvocato specialista”), legato ad una formazione ad hoc presso scuole riconosciute dalla stesso CNF, oppure all’anzianità di “servizio”. È solo tuttavia con l’art. 9 della legge di Riforma forense che viene introdotta tale figura specialistica, rimettendo ad un successivo regolamento le regole per il suo conseguimento.
Non sono mancate, com’era logico prevedersi, le prese di posizione pro e contro tale novità.
Per quello che ci riguarda non entreremo nel merito della riforma, ma prenderemo spunto da tale novità per sottolineare quanto oggi lo specializzarsi sia fondamentale in un mercato dalla forte competitività (sono oltre 240 mila gli avvocati in Italia).
Come abbiamo avuto modo di sottolineare nel precedente articolo in cui abbiamo affrontato il tema del brand nella professione forense, oggi il cliente ha strumenti di ricerca più mirati di un tempo (il web in primis), si informa maggiormente, ha la possibilità di entrare in contatto con un numero molto alto di professionisti tra di loro, almeno sulla carta, fungibili ai suoi occhi. Inoltre le ridotte disponibilità economiche hanno reso più oculate le scelte non solo sul quantum, ma anche sulla specificità della prestazione richiesta. Se oggi ho bisogno di un avvocato per una questione giuslavoristica, cercherò in modo mirato un giuslavorista e difficilmente mi affiderò ad un avvocato generalista, a meno che non abbia già un rapporto di fiducia o di amicizia pregresso. Ciò perché a parità di spesa il cliente ora sceglie lo specialista, chi, in sostanza, può garantirgli (almeno in termini probabilistici) una prestazione altamente specialistica per l’esigenza concreta.
Ecco che il poter e saper comunicare in modo chiaro, efficace e mirato il proprio ambito di attività diventa oggi un asset rispetto al passato. Avere una specializzazione, frutto di studi specifici piuttosto che di anni di professione alle spalle professionalizzanti sulla materia, è importante per emergere dal novero dei colleghi tuttofare.
Il cliente avrà bisogno che l’avvocato sappia mettere in evidenza le sue specializzazioni, i suoi punti di forza, in modo da poterli percepire, valutare e scegliere.
Ecco perché, al di là del percorso specialistico da intraprendere per ottenere tale qualifica è importante introdurre specializzazioni e saperle trasmettere ai propri clienti potenziali, in modo da potersi definire maggiormente sul mercato creando intorno a sé un vero e proprio brand e da poter aiutare i clienti nella scelta del professionista migliore che faccia al proprio caso.