Per quanto possa sembrare strano, i grandi leader acquistano autorità delegandola. James B. Stockdale, ufficiale della Marina statunitense, arriva con questa affermazione al nocciolo della questione: il leader tiene per sé il potere, lo difende, oppure lo delega? Bella domanda, potremmo dire. In prima battuta verrebbe da rispondere che lo delega, perché ci sembra la cosa più inusuale e quindi sarà la risposta giusta. Come nei vecchi test per gli esami, quando non conosciamo la risposta immaginiamo che la meno scontata sia quella giusta. Una vocina in fondo, però, ci dice che se siamo noi i capi, sarà meglio che teniamo forte il timone e con esso il potere di prendere decisioni e agire. Eccoci, dunque, al punto di partenza. Quale sarà la risposta giusta?
Premettiamo che ogni generalizzazione soffre di se stessa. Pertanto, ora lavoreremo su una questione di metodo, poi caso per caso andrebbe contestualizzata la soluzione.
La leadership nell’ottica del coaching
Invece di dare le solite definizioni di autoritario e autorevole, che penso tutti conosciamo, proviamo a rispondere nell’ottica del coaching. La vera differenza ritengo che stia nell’approccio che viene utilizzato dall’uno e dall’altro: l’autorevole, agisce attratto dalla “leva verso”, cioè dalla leva della vision, del progetto; è attratto dallo scenario che immagina e che condivide con i propri followers. L’autoritario, invece, è insicuro, teme chi gli sta vicino, teme di perdere il potere, quindi agisce con la “leva via da”, la leva della paura; temendo che… allora reagisce al timore tenendo determinati comportamenti. Per esempio, l’autoritario non è aperto al confronto, perché lo teme; non condivide le informazioni, perché teme che possano essere usate contro di lui; usa il pugno di ferro, per schiacciare gli interlocutori in modo che non provino neppure a “sfidarlo”.
Le leve motivazionali che decidono la nostra vita
Queste due leve, la “via da” e la “verso”, sono LEVE MOTIVAZIONALI che guidano tutte le nostre azioni, che conducono le nostre scelte. E se considerate che nella vita di ciascuno la paura (in cui affonda le radici la leva via da) pesa molto più del desiderio (in cui affonda le radici la leva verso) ecco che ci appare chiaro come la maggior parte delle nostre azioni siano la risposta ad un timore, ad una paura, ad una previsione nefasta. Per evitarla, facciamo determinate cose, salvo poi trovarci dei risultati non voluti o addirittura opposti a quelli desiderati.
E’ possibile una leadership autoritaria?
Tornando alla domanda iniziale, sullo stile di leadership, dovremmo a questo punto chiederci: è possibile una leadership (che per definizione deve guidare “verso”) di chi agisce spinto dalla leva “via da” della paura? Ecco che la risposta ora appare chiara: no!
L’autoritario non può essere un leader nel senso pieno del termine, può essere un capo, un boss, ma non un leader. Impone, non ispira; dirige, non guida. A volte essere autoritari può essere funzionale alla situazione, ma non può essere certo uno stile di leadership sul lungo periodo. Nelle strutture militari, ad esempio, è utile che vi sia autorità nel comando; ma il graduato non ispira la truppa, la dirige; non si è conquistato sul campo (di solito) i gradi, è esattamente il contrario: poiché ha i gradi comanda.
E voi, che tipo di leader siete, autoritario o autorevole? Guidate i vostri collaboratori o li comandate? Avete ascendente su di loro perché vi stimano, perché avete carisma, o perché avete i gradi del comando per la posizione occupata?