Non sarà solo il PNRR a trainare la formazione, ma saranno tutti i cambiamenti generati in questi ultimi due anni a rendere necessario a tutti, nessuno escluso, un aggiornamento del proprio “software” mentale e della propria cassetta degli attrezzi.
La risposta e le soluzioni ad entrambe le esigenze sono legate a due discipline già da tanto tempo utilizzate nel business e nel life, ma per molti ancora poco conosciute o sottostimate quanto alle notevoli potenzialità che possiedono. Stiamo parlando del coaching e della formazione sulle soft skills.
COACHING
Il coaching è la miglior disciplina per ottenere un aggiornamento nel proprio mind set, quindi per “aggiornare” il software mentale che ciascuno di noi si è costruito nel tempo, fatto di abitudini, convinzioni, pregiudizi, giudizi e conoscenze. La realtà esterna non esiste se non come proiezione di quella interna. Siamo noi esseri umani a “pensare” la realtà dandole forma; è così che interpretiamo le situazioni, gli diamo un significato, le classifichiamo e poi tutto questo la chiamiamo realtà, la nostra realtà. La PNL (Programmazione Neuro Linguistica) ci spiega come siamo noi gli architetti della nostra realtà, che creiamo continuamente mediante i filtri che applichiamo alla sua ricostruzione mentale, a partire dalle generalizzazioni, distorsioni e cancellazioni. Una realtà “oggettiva” non esiste, esiste solo la nostra personale interpretazione e ricostruzione. D’altronde, già Epicuro soleva dire che “l’uomo è misura del mondo”. Non è dunque una scoperta recente e neppure una derivazione new age o di qualche guru americano o asiatico. Il punto è che la maggior parte di noi non tiene in considerazione questa verità e scambia la mappa per il territorio, quando invece, come ci insegna la PNL, “la mappa non è il territorio”.
Il coaching è la disciplina che ci permette di lavorare sulla consapevolezza e su noi stessi per far emergere potenzialità, talenti, desideri e creare le condizioni per realizzarle. Il coach è il professionista che lavora con chi ha obiettivi da raggiungere o problemi da risolvere; il percorso di coaching serve proprio a questo, a lavorare sulla consapevolezza, sulle emozioni, sulla chiarezza e poi imparare a mettere in atto le strategie per raggiungere gli obiettivi che ci si è posti. Coaching è azione e si sviluppa in tre grandi fasi il percorso: chiarezza+focus+azione. Il rapporto che si instaura tra coach e coachee (chi si rivolge al coach per farsi supportare) è una relazione di partnership con un obiettivo comune.
In questa epoca storica così ricca di cambiamenti è necessario essere flessibili, aperti a nuove conoscenze e non sprecare energie in vecchie abitudini disfunzionali. Il coaching è la miglior risposta a questa esigenza di chiarezza, consapevolezza, conoscenza e determinazione.
CHIAREZZA, STRATEGIA, METODO E DISCIPLINA.
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FORMAZIONE SULLE SOFT SKILLS
La rivoluzione digital prosegue senza sosta, accelerata anche dallo smart o remote working conseguente alla
Alla seconda esigenza che il periodo storico pone, e cioè dotarsi di una nuova cassetta degli attrezzi, ecco che la risposta arriva dalla formazione sulle soft skills. La formazione è indispensabile per i professionisti e per i manager, ma molti associano le esigenze formative solo alle materie tecniche, le c.d. hard skills. Sicuramente questo sono centrali per poter svolgere una attività in modo competente. Da diversi anni queste competenze centrali sono necessarie, ma non più sufficienti. Complice la necessità di lavorare in team, di interagire efficacemente con i clienti, di sapere gestire le risorse scarse come il tempo, i soldi, le energie, oppure gestire situazioni difficili che causano conflitti o producono stress, o ancora saper valorizzare nella comunicazione la propria attività, ecco tutte queste esigenze hanno portato professionisti e manager a dover integrare la propria cassetta degli attrezzi. Molti, tuttavia, le snobbano tutt’oggi, considerando di non avere tempo per dedicarsi ad apprendere o migliorare tali competenze. La ragione è presto detta, si chiama abitudine: da sempre sono stati abituati a dedicarsi solo alle attività tecniche oggetto della propria professione e tutto il resto risultava solo marginale. Ma è ancora così oggi? La situazione di mercato è ancora la stessa di qualche anno fa? La relazione con i clienti è rimasta la stessa? La concorrenza è identica a prima? La gestione dei collaboratori è rimasta tale e quale qualche anno fa? Potremmo andare avanti a lungo con le domande, ma sarebbero tutte domande retoriche. Sappiamo tutti, infatti, che è cambiata ogni cosa intorno a noi: il modo di organizzare le attività, i tempi e i luoghi di svolgimento, le relazioni tra colleghi e nelle gerarchie, la relazione con i clienti e con i fornitori, le modalità di acquisire nuova clientela e di valorizzare la propria bravura.
La risposta è dunque arricchire di nuove competenze la cassetta degli attrezzi di ciascuno di noi e aggiornare le competenze che abbiamo già in nostro possesso. Ma quando parliamo di soft skills, o competenze trasversali, a quali ci riferiamo? Eccone le più importanti che ogni professionista e manager dovrebbe avere nel proprio background:
- Comunicazione efficace, come capacità di saper comunicare con gli altri in modo chiaro
- Competenze relazionali, quindi capacità di saper gestire le relazioni in modo opportuno
- Gestione del tempo, saper definire le priorità, pianificare e programmare
- Gestione dello stress, saper gestire le proprie energie nervose e il carico di tensione
- Self empowerment, capacità di motivarsi e motivare gli altri
- Public speaking, intesa come la capacità di parlare ad un pubblico, sia in presenza che in webinar
- Presentation skills, quindi capacità di produrre presentazioni visive efficaci a partire dalle slide in Power Point
- Conflict management, intesa come la capacità di saper gestire i conflitti e le situazioni di tensione
- Negoziazione strategica, quindi la capacità di saper portarsi a casa la fetta più grande della torta
- Comunicazione persuasiva, intesa come la capacità di saper persuadere e convincere
- Leadership, intesa come capacità di generare vision e di saper guidare gli altri
- Gestione dei collaboratori, quindi la capacità di gestire sia da un punto di vista operativo che relazionale i propri collaboratori
- Team working, cioè la capacità di saper lavorare in sinergia con altri facendo squadra
- Business development, intesa come la capacità di saper generare occasioni di business
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A tutto ciò, infine, potremmo aggiungere anche le nuove competenze digitali legate all’uso del web e dei social network, oramai parte integrante della realtà quotidiana di ciascuno.
Concordate con me ora che il 2022 sarà l’anno della formazione sulle soft skills e del coaching? Vedrete in poco tempo la differenza tra chi intraprenderà questi percorsi e crescerà e coloro che, invece, per mille motivi non lo faranno e rimarranno al palo.
Buon 2022 a tutti voi, nella speranza che sia per tutti un anno di rinnovamento e benessere.
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